La Casa Bianca ha fatto il suo solito numero da circo, mercoledì, puntando i riflettori su un presunto “complotto traditore” orchestrato da Barack Obama contro Donald Trump, un’accusa talmente spettacolare da sembrare scritta da un fanatico di QAnon con un debole per i thriller di serie B. Il tempismo, naturalmente, perfetto. C’era bisogno di distogliere l’attenzione dal disastroso imbarazzo per la gestione del caso Epstein e quale miglior diversivo se non resuscitare la vecchia narrativa del colpo di stato contro il leader dell’America “vera”.