Rivista.AI Academy
In un mondo dove il consumatore è diventato un entità multicanale iperconnessa, la parola d’ordine non è più semplicemente “presenza” su più fronti, ma un’unica, fluida sinfonia orchestrata dall’Unified Commerce. Nel 2025, le vecchie strategie omnichannel sono morte e sepolte; sopravvive solo chi ha capito che l’integrazione tecnologica non è un optional, ma la base su cui costruire un impero retail. Non stiamo parlando di un semplice “essere ovunque”, ma di un ecosistema dove ogni dato, ogni click, ogni passo nel negozio fisico o digitale convergono in una singola fonte di verità, una specie di oracolo digitale che prevede e indirizza il comportamento del cliente prima ancora che lui stesso ne sia consapevole.
La personalizzazione iper-mirata non è più fantascienza, ma routine quotidiana grazie all’Intelligenza Artificiale, che fa molto più che suggerire prodotti: anticipa i bisogni, corregge i problemi e trasforma il marketing in un flusso quasi telepatico con il consumatore. L’uso della realtà aumentata per far “provare” un divano nel proprio salotto o un vestito direttamente dal cellulare non è più un gadget, ma una leva concreta per ridurre i resi, che da sempre sono il tallone d’Achille del retail. Un effetto collaterale piacevole? Il marketing diventa meno invasivo e più intelligente, quasi un dialogo personalizzato che evita di trasformarsi in spam. Chi dice che la tecnologia è fredda non ha visto l’AI all’opera nel retail.