Chi si ostina a considerare il pricing degli agenti AI come un banale esercizio di spreadsheet non ha capito niente. Orb ha appena pubblicato il suo “2025 State of AI Agent Pricing” e, sorpresa, non si tratta dell’ennesima rassegna noiosa di modelli a tre colonne con abbonamenti annuali. È una radiografia chirurgica di come 66 aziende reali, con prodotti agentici sul mercato, stanno reinventando i modelli di monetizzazione nell’unico campo dove prezzo, valore e margine collassano a velocità computazionale. Altro che prezzo fisso mensile.

Il report di Orb distilla otto architetture di pricing che stanno emergendo come gli scheletri fondativi dell’economia agentica. Modelli già noti, certo, ma nel loro uso combinato e nella logica di montaggio modulare acquisiscono un potere esplosivo. Il caro vecchio subscription, per esempio, non è morto, ma diventa un ingrediente tra gli altri. Add-on, tiered access, freemium, usage-based, e persino outcome-based: tutti si giocano la loro parte nel grande ritorno del pricing come arte strategica e ingegneria applicata. Per chi ancora pensa che basti copiare i piani di Notion o Slack: tempo scaduto.