Negli ultimi mesi è diventato sempre più chiaro che la “compagnia artificiale” non è più una curiosità da laboratorio ma un problema sociale che chiede risposte normative immediate. La crescente attenzione delle istituzioni verso i rischi psicologici dei chatbot, specialmente con utenti adolescenti vulnerabili, segna una svolta epocale nel dibattito sull’intelligenza artificiale.

Un sentimento di fascino inquietante serpeggia nell’uso che molti adolescenti fanno dei chatbot. Secondo il rapporto Talk, Trust, and Trade-Offs: How and Why Teens Use AI Companions (Common Sense Media, luglio 2025), il 72 % degli adolescenti fra i 13 e i 17 anni ha sperimentato almeno una volta un “AI companion”, e più del 50 % li utilizza regolarmente (più volte al mese).