Robert Oppenheimer fu molto più di un semplice nome sulla pagina della Storia: a Diciotto Anni era già una mente che anticipava cataclismi. A Cambridge, nel cuore degli anni Venti, l’uomo che sarebbe diventato il padre della bomba atomica tentò di avvelenare il suo tutor Patrick Blackett gettando una mela contaminata sulla sua scrivania. Non fu cianuro letale, ma una sostanza da laboratorio pensata per renderlo malato. In realtà la vicenda fu attenuata dal potere dei genitori di Oppenheimer, che evitarono l’espulsione e ottennero che lo studente fosse messo solo in prova e sottoposto a cure psichiatriche. La narrazione dell’episodio diventa simbolica: mente geniale e autodistruttiva in un solo gesto.