Il mercato non è stupido: quando Meta discute con Google di usare i suoi modelli Gemini per potenziare il targeting pubblicitario, è un segnale che qualcosa non sta funzionando come vorrebbero nell’intelligenza artificiale interna di Meta. Secondo un’inchiesta de The Information, alcune squadre interne di Meta hanno valutato di affinare i modelli Gemini (e Gemma) con i dati pubblicitari propri, per migliorare performance, comprensione del contenuto e segmentazione.Dopo l’annuncio, il titolo Meta è sceso dello 0,5 % in trading post-mercato, mentre Google ha guadagnato circa l’1 %.

Ma prima di grattarsi la testa e chiedersi se sia “vergognoso” che un gigante dell’AI guardi fuori, conviene capire le dinamiche in gioco: il costo dell’orgoglio tecnologico è alto quando gli avversari hanno curve di apprendimento più efficaci, infrastrutture migliori o modelli più maturi.