Dimenticatevi i missili. Il nuovo arsenale globale si misura in supercomputer AI, e il campo di battaglia è un intreccio di GPU cluster brucianti megawatt e divoratori di miliardi. C’è qualcosa di quasi poetico, e insieme osceno, nell’immaginare questi colossi di silicio come i nuovi carri armati di un conflitto senza sangue ma spietato, dove il premio è il controllo della prossima intelligenza dominante. Chi vince, detta le regole. Chi perde, diventa cliente del vincitore.

Il re incontrastato oggi si chiama Colossus, ed è un mostro di proprietà di xAI. Duecentomila equivalenti di H100 Nvidia. Sì, avete letto bene. È come prendere un’intera popolazione di chip e costringerla a lavorare 24 ore su 24 per un unico scopo: addestrare cervelli artificiali che un giorno decideranno se abbiamo ancora bisogno di programmatori umani. Memphis, non la Silicon Valley, è la nuova capitale dell’intelligenza artificiale. Ironico, no? Una città più famosa per il blues e per Elvis che per la potenza di calcolo diventa l’epicentro del futuro digitale.