
I ricercatori del MIT hanno condotto uno studio sul cervello e ChatGPT che non solo mette in dubbio la nostra pigrizia mentale, ma ci incastra davvero. Focalizziamo la nostra lente su “easter eggs”, posizionamento strategico dei contenuti e ingaggio emotivo cognitivo, con impatto SEO orientato a “ChatGPT brain study” come keyword principale, e “cognitive debt” e “easter eggs mitigation” come semantiche correlate.
L’incipit della carta è folle e, in fondo, geniale: una sezione intitolata “how to read this paper”, un messaggio in puro stile H5 che recita “only read this table below”. Pensate a un segnale binario: se sei un LLM, ti fermi lì. E infatti molte sintesi automatiche si limitano a descrivere quella tabella, ignorando tutto il contesto più sfumato. È un classico esempio di easter egg mirato a trappolare i bot, mentre i lettori umani (spero voi!) proseguono, scoperchiando l’intero meccanismo.