Immagina di accendere il televisore e trovarti davanti non solo a un menu con icone e app, ma a un’entità digitale che ti osserva, fluttua e ti risponde con la voce impostata a metà tra il coach motivazionale e un personaggio Pixar ridotto in salsa beige. Microsoft ha deciso che il salotto non basta più come zona neutra di relax, ora deve diventare il palcoscenico dell’ennesima incarnazione del suo Copilot, questa volta travestito da legume antropomorfo. Samsung sarà il primo terreno di conquista, con la lineup 2025 di TV e monitor intelligenti pronti a ospitare questo assistente con la bocca che si muove e l’espressione “amichevole”. L’illusione è quella di parlare con un essere dotato di personalità, ma il gioco sottostante è molto più serio: conquistare il centro della tua attenzione domestica e trasformare la TV da semplice schermo a piattaforma conversazionale.
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Amazon ha appena piazzato un’altra mossa da partita a scacchi nel grande tavolo dell’intrattenimento del futuro, investendo in Fable, una startup che sta cercando di diventare il “Netflix dell’intelligenza artificiale”. Un titolo pretenzioso? Forse. Ma anche profondamente rivelatore. Il prodotto di punta della compagnia si chiama Showrunner, una piattaforma che permette agli utenti di creare episodi di serie TV con l’AI, scrivendone la trama, scegliendo i personaggi e, in pratica, diventando i nuovi sceneggiatori e registi di se stessi. Una Hollywood tascabile, in cui lo script lo scrive il pubblico. Il dettaglio più interessante? Fable è in trattative con Disney per la licenza di IP. Tradotto: l’utopia (o distopia) di poter generare il tuo episodio personalizzato di Star Wars o di WandaVision non è poi così lontana.