L’Europa sta vivendo una fase di profonda ridefinizione politica, con l’avvicinarsi delle elezioni europee del 2024 e l’emergere di nuove alleanze trasversali. Tra i protagonisti di questo scenario, Elon Musk si è ritagliato un ruolo di attore influente, promuovendo una narrazione anti-establishment e avvicinandosi a diverse figure della destra sovranista europea. Lo slogan “Make Europe Great Again”, evocativo dell’originario “MAGA” trumpiano, si inserisce in una dinamica più ampia di convergenza tra movimenti conservatori, populisti e nazionalisti del Vecchio Continente.
Le prove di un gemellaggio tra le destre europee trovano riscontro in diversi fronti: dall’attenzione di Musk alle politiche migratorie fino alla sua battaglia contro la censura e il politicamente corretto. Il magnate sudafricano-americano ha recentemente incontrato esponenti politici di spicco, tra cui il primo ministro ungherese Viktor Orbán, la premier italiana Giorgia Meloni e il leader della destra francese Marine Le Pen, mostrando una sintonia ideologica su temi cruciali come sovranità nazionale, libertà di parola e regolamentazione tecnologica.
Nonostante questa convergenza, le destre europee presentano significative differenze interne. Il Fronte Nazionale francese e l’AfD tedesca, ad esempio, mantengono una posizione più scettica nei confronti dell’UE rispetto a formazioni come Fratelli d’Italia, che pur difendendo la sovranità nazionale non sposa completamente l’idea di un’uscita dall’Unione. La destra ungherese di Orbán, invece, si distingue per una politica estera pragmatica, spesso in bilico tra l’atlantismo e un atteggiamento più accomodante verso la Russia.
Musk si inserisce in questo panorama con una visione libertaria e tecnologica che sfida le élite europee e promuove un’integrazione tra l’innovazione digitale e le istanze sovraniste. Il suo attivismo mediatico su X (ex Twitter) ha amplificato il messaggio delle destre, fornendo una piattaforma per il dissenso contro le politiche di Bruxelles e il cosiddetto “pensiero unico progressista”. La questione migratoria è un altro punto di contatto tra Musk e i leader sovranisti, con il miliardario che ha criticato apertamente le politiche di accoglienza indiscriminata, alimentando il dibattito sulla sicurezza e l’identità culturale dell’Europa.
Tuttavia, l’asse tra Musk e le destre europee non è privo di contraddizioni. Il suo approccio ultracapitalista e globalista si scontra con l’economia protezionista di alcune formazioni sovraniste, mentre la sua visione transumanista e futurista può risultare distante dai valori tradizionalisti che molti partiti conservatori difendono. Inoltre, la sua influenza è percepita con sospetto dagli apparati burocratici di Bruxelles, che vedono nella deregulation tecnologica promossa da Musk un potenziale rischio per la stabilità del mercato europeo.
L’incognita principale resta l’effettiva capacità di Musk di incidere sullo scenario politico europeo. Se negli Stati Uniti la sua influenza su Trump e il Partito Repubblicano è evidente, nel contesto europeo il sistema multipartitico e la frammentazione politica rendono più difficile una convergenza compatta attorno alle sue idee. Tuttavia, il suo attivismo potrebbe contribuire a rafforzare un’onda anti-sistema che, tra il 2024 e il 2025, potrebbe ridefinire gli equilibri dell’Unione Europea.