Mentre tutti guardano ChatGPT scrivere righe di codice come se fosse un novello Ada Lovelace dopato di caffeina, Apple con la sua classica strategia da “slow burn” si muove con precisione chirurgica. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, Cupertino sta integrando il modello Claude Sonnet di Anthropic direttamente in Xcode, il proprio ambiente di sviluppo ufficiale. Non si tratta solo di assistenza marginale, ma di un vero copilota: scrittura, modifica e test del codice automatizzati. Il programmatore diventa regista, più che artigiano.

Non è ancora pubblico, c’è lo dice Bloomberg, ovviamente. Apple ci tiene a far le cose per bene, o almeno a farle sembrare tali. La nuova versione di Xcode è in fase di rollout interno, mentre i vertici decidono se rendere pubblica quella che, a tutti gli effetti, sarebbe una rivoluzione nel modo in cui si sviluppano app per l’ecosistema iOS. I dettagli trapelati parlano di un’interfaccia in stile chat dove gli sviluppatori possono interagire direttamente con l’IA, chiedendole di generare interfacce, risolvere bug, e scrivere porzioni intere di codice come se stessero dettando la lista della spesa a Siri in versione nerd.

Ma Apple non è sola nella corsa a questa nuova era del “code as conversation”. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha già dichiarato che una fetta consistente del codice in alcuni progetti aziendali — parliamo di un 20-30% è ormai scritta direttamente da IA. E OpenAI, come se non bastasse, sta valutando l’acquisto da 3 miliardi di dollari di Windsurf, un tool di sviluppo assistito da IA che potrebbe rendere ChatGPT ancora più competente nel supportare programmatori umani, o forse nel sostituirli.

Il contesto è chiaro: chi controlla gli strumenti di sviluppo del futuro controllerà il futuro stesso. Apple lo sa bene e da anni spinge su Swift come linguaggio proprietario, controllato e chiuso. L’annuncio del tool AI “Swift Assist” durante il WWDC 2024 (ancora non rilasciato, ma promesso con la consueta aura di mistero) era già un segnale. Claude, il modello sviluppato da Anthropic — una delle poche aziende a mantenere una certa eleganza etica e strutturale rispetto alla competizione — rappresenta per Apple l’arma perfetta: potente, meno “chiacchierone” di GPT, e potenzialmente più allineato alla filosofia minimalista e deterministica di Cupertino.

Ma la scelta di Anthropic al posto di OpenAI non è solo tecnica. È strategica. OpenAI è ormai abbracciata a Microsoft, e Apple non ama dividere il letto con potenziali nemici. Claude Sonnet, meno popolare ma altamente efficiente, diventa quindi il partner ideale. Un assistente discreto, preciso, e integrabile perfettamente nell’ambiente chiuso e controllato di Apple.

Ciò che resta da capire è come cambierà il lavoro del programmatore. Per ora, Xcode powered by Claude promette una UX per gli sviluppatori dove il codice diventa conversazione, dove il debugging si fa in chat, e dove l’IA diventa un collega invisibile. Ma Apple, si sa, non regala mai nulla. Se e quando questo strumento arriverà al pubblico, c’è da scommettere che sarà parte di un piano più ampio: probabilmente integrato nei piani a pagamento per sviluppatori, o magari in bundle con nuovi hardware Apple Silicon progettati per lavorare fianco a fianco con l’intelligenza artificiale.

Un’ultima nota cinica: Apple non ha risposto ai giornalisti. Anthropic ha declinato commenti. Silenzio stampa, ma è il tipo di silenzio che sa di rivoluzione.