Satya Nadella (telugu సత్యనారాయణ నాదెళ్ల, urdu نادیلا ستیہ ناراینہ) può pure sorridere, con quel mezzo ghigno da guru zen della Silicon Valley. Dopo anni in cui Apple si prendeva tutte le copertine e le standing ovation, ora è Mr. Azure a prendersi l’applauso. Microsoft ha chiuso la settimana con una capitalizzazione monstre di 3.235 trilioni di dollari, superando Apple, ferma a 3.07 trilioni. L’ironia? Nessun miracolo, nessuna rivoluzione. Solo execution chirurgica e crescita costante. Esattamente quello che gli investitori cercano in tempi di isteria monetaria e geopolitica da Far West.
Apple, da parte sua, sembra aver esaurito la spinta propulsiva del culto post-jobsiano. I numeri parlano chiaro: da inizio anno, il titolo ha perso il 18%, un colpo durissimo per una società che ha sempre giocato sul filo della perfezione estetica e della marginalità premium. E il mercato, quando sente odore di stasi, reagisce con lo stesso entusiasmo di un adolescente davanti a un Nokia 3310. Gli iPhone vendono, sì, ma non incantano più. E intanto i dazi imposti da Trump — sì, quello — continuano a mordere la supply chain di Cupertino con la tenacia di un levriero sullo stinco.
Il contrasto con Redmond è imbarazzante. Microsoft, con un +3.27% YTD, è la tartaruga zen che batte lepri sbandate. Il risultato? È l’unica Big Tech, tra le top 5, a vedere il verde su base annua. In confronto, Nvidia, che pure ha avuto i suoi momenti da superstar dell’intelligenza artificiale, soffre le restrizioni sulle esportazioni verso la Cina, e Apple, semplicemente, non sa più cosa inventarsi che non sia un visore a 3.500 dollari per vedere il mondo in 3D mentre si ignora quello vero.
Tesla? Peggio. Elon sembra più impegnato a giocare a Risiko con SpaceX che a vendere auto, e il titolo ne riflette l’umore da trip psichedelico: -29% da inizio anno. L’unica eccezione è Netflix, che in perfetto stile recessione-resiliente, vola con un +30%. Ma Netflix non è una tech, è un vizio digitale ben monetizzato.
E qui torniamo a Microsoft. Perché il bello è che, pur avendo guadagnato il titolo di società più capitalizzata del mondo, continua ad essere “sottovalutata” rispetto a Apple o Nvidia, se consideriamo i multipli su EBITDA futuro. Tradotto: non solo cresce, ma costa pure meno. E mentre gli altri si dibattono tra hype, crisi di identità e vendite in calo, Microsoft continua a stampare cash con un modello ibrido che mescola Cloud, software enterprise e un pizzico di AI con la cautela di un farmacista svizzero.
Il messaggio al mercato è chiarissimo: in un mondo che brucia margini, fiducia e catene del valore alla velocità di un tweet impazzito, Microsoft è la balena che naviga placida mentre gli squali si azzannano tra loro. Non sarà sexy, non sarà rivoluzionaria, ma è dannatamente solida. E in questi tempi, è tutto ciò che serve per vincere.
Vuoi davvero capire cosa premia oggi il mercato? Guardati le mani. Se tremano, vendi Apple. Se ti servono certezze, compra Microsoft. Nadella ringrazia.