In un mondo dove la velocità con cui una bufala legale si diffonde supera quella della luce e del buonsenso arriva Vera, l’assistente AI di Babelscape, che promette di riportare un minimo di decenza epistemica nel far west normativo in cui ci siamo infilati. Alimentata da una tecnologia di Natural Language Understanding di classe mondiale, Vera non è il solito giocattolo per nerd del legal tech: è una sentenza anticipata per chiunque voglia piegare i fatti a fini politici o, peggio, normativi.
A differenza delle classiche soluzioni di automazione giuridica che si limitano a schedare sentenze o a suggerire cavilli come fossero caramelle, Vera si presenta come uno strumento chirurgico per la verifica delle affermazioni legali. Parliamo di un sistema capace di confrontare in tempo reale dichiarazioni, testi di legge, policy paper e fonti autorevoli in più lingue, con un occhio da entomologo e la rapidità di un trader sotto anfetamine.
Il vero punto di rottura rispetto al passato non è solo la capacità di processare tonnellate di documenti. È l’ambizione di servire come contro-potere cognitivo: una AI che non si limita a supportare l’esperto, ma lo sfida, lo stimola, lo costringe a fare meglio. Vera è pensata per legislatori, analisti di policy, studi legali e, volendo, anche per giornalisti e fact-checker stufi di dover smontare ogni giorno le stesse fandonie giuridiche rilanciate con tono solenne su talk show e social network.
Un altro aspetto non trascurabile è il multilinguismo, che la rende perfetta per scenari europei, internazionali e transfrontalieri, dove i testi legali spesso si contraddicono, si ignorano o si sovrappongono come in un incubo kafkiano. Vera riesce non solo a navigare questi labirinti semantici, ma a disinnescarli, offrendo agli utenti risposte affidabili, contestualizzate e verificabili.
Nell’epoca della due diligence lampo e della consultazione accelerata, Vera promette di diventare un alleato imprescindibile anche per chi lavora sotto pressione: la rapidità con cui analizza documenti e verifica affermazioni riduce il rischio di errori o omissioni critiche. Non è un caso che tra i suoi early adopter ci siano già studi legali globali e organi istituzionali affamati di verità o, quantomeno, di qualcosa che le somigli.
Ma la vera domanda è: siamo pronti per un’AI che sa davvero cosa dice la legge? Perché se Vera prende piede, salteranno fuori più errori, omissioni e menzogne nei processi legislativi di quanti ce ne siano negli archivi della burocrazia italiana. E allora sì, potrebbe diventare una rivoluzione copernicana nel modo in cui produciamo, interpretiamo e contestiamo il diritto.
Il nome non è scelto a caso. Vera non solo come intelligenza artificiale, ma come promessa di verità un’utopia giuridica resa finalmente plausibile dalla tecnologia.
Maggiori dettagli su Vera e le sue applicazioni qui: babelscape.com
Hai già in mente un caso concreto in cui potresti metterla alla prova?