Dopo tre anni di pausa forzata a causa di scandali sulla privacy e pressioni normative, Meta holding di Facebook, Instagram e WhatsApp ha deciso di rimettere in campo la tecnologia di riconoscimento facciale. Ma questa volta, con una narrativa più raffinata: combattere le truffe online e facilitare il recupero degli account compromessi. Un ritorno che solleva interrogativi su quanto sia cambiata davvero l’attenzione alla privacy e quanto, invece, si stia semplicemente riscrivendo il copione.

A partire da dicembre 2024, Meta ha avviato un progetto pilota coinvolgendo 50.000 celebrità e figure pubbliche. L’obiettivo dichiarato è identificare e bloccare le cosiddette “celeb-bait ads”, annunci fraudolenti che utilizzano il volto di personaggi famosi per promuovere investimenti truffaldini o prodotti inesistenti. Il sistema confronta automaticamente le immagini degli annunci sospetti con le foto dei profili ufficiali su Facebook e Instagram. Se rileva una corrispondenza e l’annuncio è ritenuto una truffa, viene immediatamente rimosso. Le celebrità coinvolte sono informate e possono scegliere di non partecipare al programma.

Parallelamente, Meta sta testando una nuova funzione di recupero account basata su video selfie. Gli utenti che perdono l’accesso ai propri profili possono registrare un breve video in cui mostrano il volto; l’IA confronta il video con le foto del profilo per verificare l’identità. Secondo l’azienda, questa procedura è più rapida e sicura rispetto ai tradizionali metodi basati su documenti o email. Meta assicura che i dati biometrici raccolti vengono criptati e cancellati subito dopo la verifica, senza essere conservati o utilizzati per altri scopi.

Tuttavia, il ritorno del riconoscimento facciale non è privo di polemiche. Nel 2021, Meta aveva chiuso il suo precedente sistema di riconoscimento facciale, cancellando oltre un miliardo di “faceprints”, a seguito di una causa legale in Illinois che le era costata 650 milioni di dollari. Ora, l’azienda sottolinea che il nuovo utilizzo della tecnologia è limitato a specifiche funzioni di sicurezza e che è stato progettato nel rispetto delle normative sulla privacy, come il GDPR in Europa. Tuttavia, alcuni esperti e attivisti temono che questa reintroduzione possa rappresentare un precedente per un utilizzo più esteso e meno controllato della biometria.

Inoltre, esperimenti indipendenti hanno dimostrato quanto sia facile abusare di queste tecnologie. Due studenti di Harvard hanno modificato gli occhiali intelligenti Ray-Ban Stories di Meta per eseguire il riconoscimento facciale in tempo reale, identificando persone sconosciute e accedendo a informazioni personali come indirizzi di casa. Sebbene Meta abbia dichiarato che i suoi dispositivi non includono il riconoscimento facciale integrato, l’episodio evidenzia i rischi potenziali legati alla diffusione di tali tecnologie.

Meta afferma che il nuovo sistema ha già mostrato risultati promettenti, con una precisione del 90% nell’identificare annunci fraudolenti durante i test iniziali. Inoltre, l’uso dei video selfie per il recupero degli account ha ridotto del 70% i rischi di phishing, secondo i dati interni dell’azienda. Tuttavia, resta da vedere se queste misure saranno sufficienti a placare le preoccupazioni legate alla privacy e a evitare ulteriori controversie legali.