Un boato immenso ha attraversato piazza San Pietro quando, alle 19:13, si sono aperte le tende della Loggia delle Benedizioni. Davanti a oltre centomila fedeli in attesa, il cardinale protodiacono Dominique Mamberti ha pronunciato le parole attese dal mondo intero: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam.” Il 267esimo Papa della Chiesa cattolica è il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV.

Con la sua elezione, la Chiesa universale volta una nuova pagina e si affida, per la prima volta nella storia, a un Pontefice nato negli Stati Uniti. Figura di grande esperienza pastorale e spirituale, Prevost raccoglie il testimone di Papa Francesco in un momento cruciale per il futuro della Chiesa e del mondo.

Chi è Robert Francis Prevost

Cardinale e religioso agostiniano, Papa Leone XIV è considerato un profondo interprete della linea sinodale tracciata da Papa Francesco, con un forte richiamo all’ascolto, al discernimento e al dialogo come valori centrali per la Chiesa del terzo millennio.

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois, Stati Uniti), Prevost è entrato nel 1977 nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Ha emesso i voti solenni nel 1981, dopo aver studiato Teologia presso la Catholic Theological Union di Chicago. È stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982.

Tra il 1985 e il 1986 ha prestato servizio nella missione di Chulucanas, in Perù, esperienza che ha segnato profondamente il suo percorso pastorale. Dopo aver ricoperto vari incarichi nell’Ordine agostiniano, nel 1999 è stato eletto priore provinciale della sua Provincia a Chicago, incarico che ha lasciato due anni dopo per diventare priore generale dell’Ordine. È stato confermato nel ruolo nel Capitolo generale del 2007.

Nel 2014 Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, in Perù, elevandolo al contempo a vescovo titolare della diocesi di Sufar. Dopo l’ordinazione episcopale avvenuta il 12 dicembre 2014, è diventato vescovo di Chiclayo nel 2015. Dal 2018 è stato secondo vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana.

Ha ricevuto da Papa Francesco incarichi sempre più rilevanti: nel 2019 è diventato membro della Congregazione per il Clero e nel 2020 della Congregazione per i Vescovi. Dal 15 aprile 2020 ha guidato anche la diocesi di Callao come amministratore apostolico. Il 30 gennaio 2023 è stato nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.

È stato creato cardinale da Papa Francesco il 30 settembre 2023, nel Concistoro in cui gli è stata assegnata la diaconia di Santa Monica.

Un Papa agostiniano: ascolto, interiorità e comunità

Nel suo primo discorso da Pontefice, Papa Leone XIV ha voluto sottolineare con forza le sue radici spirituali: «Sono un figlio di sant’Agostino», ha detto con emozione. L’appartenenza all’Ordine di Sant’Agostino non è un dettaglio secondario, ma una chiave di lettura profonda del suo profilo spirituale e pastorale. Essere agostiniani significa ispirarsi alla ricerca interiore, al primato della carità, al valore della comunità come luogo di verità e cammino condiviso. La spiritualità agostiniana è una spiritualità dell’ascolto e del cuore, che invita a cercare Dio dentro di sé e negli altri. È anche una visione della Chiesa come “communio”, fatta di unità nella diversità e di dialogo costante. In questo senso, il nuovo Pontefice potrebbe proseguire e approfondire il percorso sinodale avviato da Papa Francesco, accentuando il legame tra interiorità spirituale e missione ecclesiale, tra verità e misericordia, tra dottrina e vita vissuta.