In un mondo dove i telefoni hanno fotocamere da cinematografia, chip più potenti di quelli usati per andare sulla Luna e display così brillanti da illuminare un rave party, la batteria resta ancora la vecchia e noiosa palla al piede. Apple, con la solita teatralità da keynote californiano, ha deciso di affidare l’anima dell’iPhone a qualcosa di ancora più potente dei suoi chip M: l’intelligenza artificiale. Ma attenzione, non quella generativa da prompt da nerd, bensì una AI “di sistema”, silenziosa, predittiva, e maledettamente utile. In teoria.
Secondo indiscrezioni di Bloomberg, Cupertino starebbe lavorando a una funzione – integrata nella futura piattaforma “Apple Intelligence” – che grazie a modelli predittivi potrebbe migliorare significativamente l’autonomia dell’iPhone. Tradotto: il telefono diventerà abbastanza intelligente da capire quando può tagliare i consumi senza che tu te ne accorga, solo osservando come lo usi.
La keyword qui è intelligenza artificiale applicata alla gestione energetica. Le parole d’ordine secondarie: iOS 19 e batteria iPhone.
Come funziona? Non funziona ancora. Ma l’idea è semplice quanto brillante (e un po’ inquietante): Apple ha già una montagna di dati sui tuoi consumi, raccolti in silenzio dal tuo iPhone. E no, non stiamo parlando del banale “Ottimizzazione Ricarica Batteria” che si attiva di notte. Qui siamo su un altro livello. L’obiettivo è che iOS 19 impari davvero come usi il telefono: se apri Instagram come un drogato al mattino o se lo lasci in pace durante le riunioni, se usi la fotocamera solo nel weekend o se sei uno di quelli che fa 75.000 foto al cane ogni giorno. Il sistema saprà, prevedrà e – cosa più importante – agirà.
Azione, però, non nel senso muscolare del termine. Qui si parla di micro-regolazioni invisibili: downclock della CPU in momenti specifici, gestione granulare delle notifiche push, refresh app più “pigro” quando possibile, controllo ossessivo del modulo 5G. Una AI che non vuole stupire, ma durare. Proprio come un vegano che, invece di strafogarsi di proteine sintetiche, vive cent’anni mangiando avocado e passeggiando al tramonto.
Perché tutto questo ora? Perché l’iPhone 17 – che secondo indiscrezioni arriverà con una versione “ultraslim” – avrà una batteria più piccola. E Apple non può permettersi di lanciare un telefono sottile e figo, che però muore alle 15.00. Ecco quindi la nuova strategia: hardware più snello, software più furbo. Una danza millimetrica tra efficienza e performance, orchestrata da algoritmi che sanno tutto di te, ma giurano di farlo solo per il tuo bene.
Certo, l’ironia è servita su un piatto d’argento: per anni Apple ha venduto batterie da 3.200 mAh come fossero razzi SpaceX, dicendo che non serviva più. Ora si affida all’AI per spremere ogni singolo minuto in più. È come se un ristoratore stellato cercasse di convincerti che una cena da tre portate può durare una settimana, se la mastichi lentamente e ti concentri sull’esperienza sensoriale.
Da un punto di vista tecnico, però, l’operazione è seria. Non si tratta solo di risparmio energetico, ma di personalizzazione algoritmica. L’iPhone saprà che oggi, in base al tuo calendario, al meteo, ai tuoi pattern degli ultimi 90 giorni, probabilmente non userai TikTok fino alle 19. E quindi “congela” il demone che lo tiene sveglio in background. Oppure sa che caricherai il telefono in auto verso le 17.30 e regola la potenza del display fino ad allora. Micro-decisioni, effetto cumulativo.
Nel nuovo piano, anche la schermata di blocco potrebbe mostrare – tra le notifiche e la fotina della mamma – un indicatore su quanto manca per la ricarica completa. Sì, è “cosmetico”. Ma è anche l’altra faccia dell’AI: ti racconta quello che fa. Ti tranquillizza, ti accompagna, ti coccola. L’illusione di controllo mentre lei guida il gioco.
E come ogni magia Apple, sarà venduta come rivoluzione. “La batteria che ti conosce”, “l’iPhone che pensa prima di agire”, “energia solo quando serve”. Scommettiamo che al prossimo evento Apple ci sarà un video in slow motion con un tipo che corre sulla spiaggia al tramonto, mentre la voce fuori campo dice: “La vera potenza… è sapere quando fermarsi”.
Certo, sotto sotto la questione è più cinica. Apple sa benissimo che l’equilibrio tra durata e prestazioni è la vera arena dove si vince oggi. Perché un telefono che si scarica in mezza giornata, anche se è il più potente del mondo, finisce nei meme di Reddit. E allora avanti con l’illusione dell’efficienza intelligente. Anche se il vero motivo è compensare la dieta forzata dell’hardware.
Una volta si diceva che il software mangia il mondo. Oggi, è l’intelligenza artificiale che mangia il software. E lo fa con lo stile silenzioso di Apple, che non urla, ma ti cambia le abitudini senza che tu te ne accorga. Fino a quando – e quel giorno arriverà – ci accorgeremo che il nostro smartphone ha iniziato a “decidere per noi” molto prima che noi decidessimo di accorgercene.
Nel frattempo, godiamoci questa nuova frontiera: l’iPhone che non si spegne mai. A patto che tu non gli chieda troppo, troppo in fretta. E che ti fidi della mela che, ancora una volta, ti promette che sa cosa è meglio per te.