Nel far west dorato dell’intelligenza artificiale, la mossa più potente non la fa chi costruisce i chip, ma chi sa farsi amici i pistoleri giusti a Washington. E così, Nvidia che di questi tempi vale quanto l’intero PIL di uno Stato africano medio ha appena incassato il jackpot politico: gli Stati Uniti hanno ritirato in silenzio, senza nemmeno troppo clamore mediatico, quella fastidiosa “AI Diffusion Rule” che avrebbe limitato l’export dei chip AI più avanzati. Tradotto: semaforo verde a vendite ovunque, purché non si parli mandarino o russo.
Il contesto è surreale, perfetto per una distopia firmata Silicon Valley. La scena madre si consuma a Riyadh, dove Jensen Huang CEO di Nvidia, l’uomo col look da boss finale di Deus Ex si mostra in pubblico con Donald Trump e, ovviamente, Elon Musk. Una foto da incorniciare nel museo della tecnocrazia del XXI secolo: l’uomo più potente dell’AI, il magnate dei razzi e l’ex presidente che si prepara a una rielezione sotto steroidi. Manca solo Palantir e si può lanciare AI: Civilizations Reloaded.
Nel frattempo, il Dipartimento del Commercio statunitense si è esibito in un triplo salto mortale dialettico, dicendo che il regolamento che avrebbe dovuto proteggere l’egemonia tecnologica americana… in realtà l’avrebbe danneggiata. Parole testuali: “avrebbe soffocato l’innovazione americana”. Traduzione non ufficiale: “abbiamo ricevuto una chiamata da Nvidia, ci siamo rimangiati tutto”.
Un bel cortocircuito per chi, solo qualche mese fa, vedeva la “AI Diffusion Rule” come un pilastro strategico per impedire che chip con dentro cervelli da GPT-5 finissero a Pyongyang o Pechino. E invece niente. Huang, che nel 2016 non aveva nemmeno partecipato all’inaugurazione di Trump, oggi ci cena assieme al principe saudita. E probabilmente sta vendendo una roadmap da trilioni di dollari.
La realtà? I chip valgono più della diplomazia. Con una quota di mercato stimata al 90%, Nvidia non è più solo un’azienda: è un’infrastruttura geopolitica. Le sue GPU non fanno girare solo videogiochi, ma LLM, previsioni climatiche, armi autonome e ogni altra forma di intelligenza artificiale di frontiera. Metterle sotto embargo avrebbe significato tagliarsi le gambe, ma soprattutto spingere gli alleati (quelli veri, non i surrogati europei) tra le braccia della Cina. Non sia mai.
E a proposito di Cina, l’altro asse narrativo si gioca sul volto sempre più muscoloso del controllo tecnologico USA: chiunque, ovunque nel mondo, osi usare i processori Ascend di Huawei, sarà considerato in violazione delle regole di export americano. Capito il concetto? “Ovunque nel mondo”. Non è censura, è extraterritorialità imperiale travestita da compliance. L’America ha deciso che se ti azzardi a usare il chip sbagliato, anche nel seminterrato di Singapore, finisci nella lista nera.
Nel mezzo di questo balletto tra potere e calcolo, c’è anche una battuta che circola nei bar di Palo Alto: “L’unico hardware che gli americani temono più dei chip cinesi è un Huawei alimentato da ChatGPT.” Fa ridere, se non fosse che ci siamo davvero vicini.
E allora ecco spiegato l’abbraccio con Trump, il ritorno del protezionismo selettivo, e la diplomazia aziendale spinta ai suoi limiti grotteschi. Nvidia non vuole solo vendere chip. Vuole essere la leva con cui gli USA dettano le regole del gioco globale sull’intelligenza artificiale. Vuole il monopolio non solo del silicio, ma delle scelte politiche che definiscono cosa è “consentito” in una civiltà che gira su modelli predittivi.
In tutto questo, le startup europee osservano, impotenti. Con un piede nella compliance GDPR e l’altro in cerca disperata di H100 sul mercato grigio. Gli Emirati e l’India investono miliardi. Gli americani riscrivono le regole mentre le infrangono. E l’AI continua a correre.
La morale? Non è la Cina a imitare l’Occidente, ma l’Occidente che inizia a giocare secondo le logiche autoritarie del soft power digitale. Nvidia oggi è più potente della NATO. E non perché ha i carri armati. Ma perché costruisce quelli cognitivi.
Il resto del mondo? Destinato a scegliere: o si allinea al chip giusto, o scopre cosa significa essere “second-tier status”.