Con Horizon Europe 2025, Bruxelles prova a rientrare nella partita dell’innovazione. Il problema? Gli altri stanno già giocando la finale, mentre l’Europa è ancora alle prese con le convocazioni. Il nuovo programma di lavoro, presentato dalla Commissione Europea, mette sul tavolo 7,3 miliardi di euro per ricerca, scienza e, soprattutto, intelligenza artificiale. Una cifra importante, certo. Non si discute. Ma se la confrontiamo con gli investimenti di Stati Uniti e Cina, sembra poca cosa.

Il piano inaugura il secondo ciclo triennale del maxi-programma Horizon Europe (95,5 miliardi in tutto, dal 2021 al 2027) e cerca di colmare il divario in settori chiave come AI, sostenibilità, difesa, energia, spazio e formazione scientifica. Insomma, tutto quello in cui siamo rimasti un giro indietro.

Scegli l’Europa… ma davvero?

Uno dei pilastri del piano è l’iniziativa Choose Europe, con cui l’Ue vuole convincere giovani ricercatori globali a mettere radici in Europa. Mezzo miliardo di euro per rendere il Vecchio Continente più appetibile per chi fa scienza: una scommessa ambiziosa in un contesto in cui la fuga di cervelli è ormai un flusso intercontinentale.

Un obiettivo condiviso anche dal Presidente Mattarella, che invita a creare “ecosistemi di ricerca di dimensione europea”. Parole sagge, ma il problema resta sempre lo stesso: chi li costruisce questi ecosistemi? E con quali strumenti? E poi quale sarebbe la destinazione finale visto che Parigi e Roma stanno già litigando su questo tema?

L’AI al centro, ma la regia è ancora da definire

Il 36% del budget sarà dedicato al digitale, con 1,6 miliardi di euro per l’intelligenza artificiale. Si punta su machine learning, AI generativa, robotica, modelli linguistici, edge computing e cybersicurezza. Parole chiave giuste, in teoria. Ma la pratica richiede molto più di qualche fondo ben piazzato: serve una strategia coesa, talenti attratti davvero (non solo “invitati”) e soprattutto un ecosistema capace di produrre innovazione, non solo di finanziarla a singhiozzo.

Un po’ di tutto, per non farsi mancare nulla

Tra le voci di spesa troviamo:

  • 1,14 miliardi per clima, energia e trasporti;
  • 833 milioni per bioeconomia, agricoltura e ambiente;
  • investimenti nella transizione green e digitale dell’auto, nella difesa, nel contrasto al crimine e nell’esplorazione spaziale.

Tante ambizioni, insomma, ma il rischio è che l’Europa continui a mettere pezze invece di cucire un vestito nuovo.

Super-grant, scienziati in fuga e Bauhaus sostenibili

Horizon 2025 introduce anche novità strutturali, come un nuovo “super grant” di sette anni per trattenere i cervelli più brillanti e un hub virtuale per ricercatori in aree di crisi.

Iniziative lodevoli, certo. Ma resta da capire se queste misure riusciranno davvero a invertire la rotta, oppure se l’Europa continuerà a rincorrere i suoi migliori talenti tra un bando e un webinar.

Per completare il quadro, arriva anche il New European Bauhaus Facility: 118,4 milioni per reinventare gli spazi abitativi europei in chiave sostenibile e inclusiva. Anche perché, diciamocelo, un po’ di urbanistica “cool” non guasta mai. Poi vai a vedere, e scopri che il problema vero resta sempre lo stesso: il divario di competitività e di velocità con gli altri giganti globali.

Semplificazioni? Meglio tardi che mai

C’è anche una dose di realismo nel nuovo Horizon: si snelliscono le procedure, si semplificano i bandi, si sperimenta con le sovvenzioni forfettarie e le proposte in due fasi. Ottimo. Anche se chi ha i capelli bianchi come me queste cose le ha sentite un certo numero di volte. Per questo dovremmo renderci conto che il vero snellimento dovrebbe riguardare la distanza tra ambizione politica e capacità reale di esecuzione.

Come ha detto il vicepresidente della Commissione Stéphane Séjourné, “questo investimento stimola la competitività, affronta le sfide della difesa e accelera la transizione verde”. Vero. Ma senza una macchina europea più agile e meno autoreferenziale, il rischio è che l’innovazione resti sempre un passo avanti… e l’Europa sempre un passo indietro.