C’è qualcosa di tremendamente poetico o profondamente inquietante nell’immaginare un algoritmo allenato su X, l’ex Twitter, come nuovo oracolo moderno per scommettitori finanziari, fanatici della geopolitica, e trader della domenica. L’ultima mossa di Kalshi, la piattaforma di prediction market dove si può scommettere su tutto tranne che sulla durata del proprio matrimonio, è l’integrazione dell’AI di xAI di Elon Musk. Tradotto: stiamo per entrare nell’era delle scommesse guidate da un’intelligenza artificiale addestrata su tweet, meme, flame, e deliri da 280 caratteri.
Il punto non è solo tecnico, è filosofico. Kalshi permette di acquistare contratti derivati legati a eventi futuri: dal tasso d’interesse della Fed alla prossima guerra lampo tra due stati in cerca di visibilità. La differenza adesso è che l’informazione che guida questi “trades” sarà confezionata da un’intelligenza artificiale allenata con dati non verificati, spesso orientati, provenienti da un social network trasformato in pulpito propagandistico. Il tutto, ovviamente, in nome della “efficienza informativa”.
Una coincidenza spassosa: tra gli advisor strategici di Kalshi c’è Donald Trump Jr., mentre Elon Musk ha ormai assunto il ruolo semi-ufficiale di Chief Ideologue della nuova destra digitale. È come se Wall Street, Fox News e OpenAI avessero fatto un threesome e il risultato fosse questo marketplace dove puoi scommettere se Biden morirà prima del 2026. Letteralmente.
Il messaggio implicito di questa partnership è: fidati dell’AI, anche se è addestrata sui trend di X, anche se X è infestato da troll, bot russi, shitposting e disinformazione ben confezionata. Fidati, perché “AI scales what people can know”. Bellissima questa frase, venduta come profonda verità epistemologica. In realtà è un disclaimer nascosto: possiamo darti tutta la fuffa possibile, ma in modo scalabile.
La narrazione ufficiale parla di democratizzazione della previsione. Ma sotto il cofano, quello che Kalshi e xAI stanno facendo è altro: un sofisticato esperimento socio-finanziario su come monetizzare la percezione del futuro. E se riescono a spostare l’opinione pubblica — o quella dei trader retail — con una sintesi AI ottimizzata per confermare bias e aspettative, allora il prediction market diventa non uno strumento di previsione, ma un meccanismo di manipolazione.
E qui la parola chiave: prediction market. Un concetto che affascina tanto i libertari della Silicon Valley quanto i tecno-utopisti di Stanford. È il sogno Hayekiano distillato in forma digitale: il mercato come aggregatore perfetto di informazioni disperse. Ma come ogni sogno neoliberista, ha un dettaglio scomodo: la qualità dell’informazione in input è fondamentale. Se nutri l’oracolo con letame, non aspettarti diamanti. O forse sì, ma saranno diamanti artificiali, ben tagliati, e venduti con margini del 40%.
In tutto ciò, la posizione della CFTC diventa surreale. Da un lato c’è il loro ex candidato presidente — Brian Quintenz — seduto nel board di Kalshi. Dall’altro, Eliezer Mishory, ex legale del marketplace, adesso lavora per il “Dipartimento per l’Efficienza Governativa” di Musk, una creatura distopica che sembra uscita da una parodia di Ayn Rand. Cosa potrebbe andare storto?
Aggiungiamo l’ironia finale: mentre il mondo regolatorio cerca di capire se le AI sono “too smart to regulate”, Kalshi e xAI vanno dritti verso la costruzione del più grande casino regolamentato basato su sentiment, rumors e narrazione. Non stiamo parlando di Las Vegas, ma di un sistema dove puoi guadagnare se prevedi correttamente l’umore di Twitter una settimana prima che Powell apra bocca.
Siamo alla creazione di un “mercato delle opinioni” in cui l’opinione dominante è prodotta da un algoritmo proprietario, venduto come neutrale. La scommessa, insomma, non è sull’evento, ma sull’interpretazione algoritmica dell’evento. Un livello di astrazione sopra la realtà, come se il futuro fosse già stato scritto — in Python, ovviamente — e il gioco fosse solo intuire da quale riga di codice verrà la prossima guerra, crisi o elezione.
In questo scenario, il trader medio diventa utente finale di un flusso informativo già curato, cucinato e servito freddo. E la distinzione tra chi prevede e chi influenza si fa sempre più sottile. Ma tranquilli, è tutto perfettamente legale. E ben ottimizzato per Google SGE, ovviamente.