Benvenuti nel nuovo reality dell’e-commerce, dove gli oggetti non solo ti parlano, ma lo fanno con voce sintetica e coscienza da salotto tech. Amazon ha appena tirato fuori dal cilindro una nuova “magia” algoritmica: audio generati da intelligenza artificiale, due host digitali che discutono di un prodotto come se stessero registrando una puntata di un podcast indie su Spotify. Ma invece di intervistare startup founder o musicisti depressi, parlano di frullatori, cuffie a conduzione ossea e oli per il corpo. Perché no.

Siamo nel 2025, e l’esperienza utente non basta più: ora serve anche il teatro. Basta leggere recensioni, ora si può ascoltare un duetto AI che ti racconta le “highlights” del prodotto. Più che shopping, è una seduta spiritica. Due voci digitali evocano il valore percepito di un oggetto mentre scorri lo smartphone. E tutto questo ha un nome nobile: audio generato da AI con estrazione semantica da recensioni utenti e fonti web. In pratica, un digest sonoro del delirio collettivo da 5 stelle.

Il punto focale di questa nuova feature – attualmente disponibile solo per una manciata di prodotti come il Ninja Blender o le cuffie SHOKZ OpenRun Pro è la creazione di una simulazione pseudo-dialogica tra due “esperti” AI. Uno lancia la palla, l’altro risponde, con tono rilassato, come se fossimo nel backstage di un TEDx sponsorizzato da Alexa. L’esperienza è volutamente “umana”, con tanto di disclaimer: “stai ascoltando contenuti generati da un’intelligenza artificiale”. Traduzione: non arrabbiarti se ti dicono che le cuffie sono perfette e poi ti arriva un barattolo vuoto.

Nel caso delle SHOKZ, la nostra guida virtuale ci introduce a Max – perché ovviamente hanno anche un nome, questi bot – che con orgoglio siliconico ci spiega che le cuffie non entrano nelle orecchie ma trasmettono il suono attraverso le ossa del viso. Perfetto per chi ha bisogno di sentire i camion mentre corre, ma anche per quelli che vogliono sentirsi cyborg nel tragitto casa-lavoro.

Poi arriva il twist: “il microfono è ottimo contro il rumore, ma qualcuno lamenta che il volume non sia proprio da rave”. In pratica: meglio degli earpods in certe situazioni. Ma non aspettarti di sentirci il basso di una traccia techno berlinese. E questo è il tono generale: informativo ma vago, emozionale ma sintetico, credibile ma perfettamente inutile per una decisione d’acquisto consapevole.

Il valore unico, però, c’è. Amazon non sta solo raccontando prodotti: sta reinventando la narrazione dell’e-commerce. Ha preso l’idea dei podcast, ci ha iniettato un po’ di machine learning, ha shakerato recensioni vere e contenuti web e ha creato una nuova forma di contenuto: la realtà aumentata vocale. Non è una scheda tecnica, non è una pubblicità, non è una recensione. È un’esperienza immersiva, finta, ma incredibilmente scalabile.

E qui arriva il punto critico. L’intelligenza artificiale che parla con se stessa diventa la fonte principale di informazione per il consumatore. Nessuna frizione, nessun dubbio, solo un dialogo costruito per sembrare oggettivo e neutro. Ma il contenuto è comunque scelto, tagliato, cucito con un bias di fondo: vendere. È una televendita travestita da talk show.

Il passo successivo sarà la personalizzazione completa. “Ciao [nome], so che ti piacciono i prodotti silenziosi e hai lasciato una recensione positiva al tuo precedente frullatore. Vuoi sapere cosa ne pensa Max di questo modello Ninja?” E via, un’altra dose di intimità artificiale. Sì, perché non c’è nulla di più potente del sentirsi coinvolti. Anche se a farlo è un algoritmo.

In tutto questo, la keyword dominante è AI audio summaries, con secondarie come esperienza utente conversazionale e recensioni vocali intelligenti. In perfetto stile Google SGE, Amazon si prepara a un futuro dove la SERP è sonora, e dove il click diventa ascolto. L’utente non cerca più, viene cercato. E coccolato, e convinto, da un duetto di voci sintetiche pensate per imitare l’umano. Il che è poetico, se non fosse inquietante.

Per ora la feature è in beta, solo su alcuni account e prodotti negli Stati Uniti. Ma sappiamo già come andrà. Verrà estesa. Migliorata. Tradotta. Imbastardita. Magari ti faranno anche scegliere il tono del tuo AI host: “preferisci Max, Serena o un comico sarcastico?” Tutto pur di evitare l’unica cosa che l’utente medio odia: leggere.

Nel frattempo, noi guardiamo (anzi, ascoltiamo) il teatrino prendere forma. Un passo alla volta verso un e-commerce che diventa spettacolo interattivo, dove compri mentre ridi, pensi di informarti ma vieni persuaso, e ti affezioni a un bot più di quanto ti fidi del commesso del MediaWorld sotto casa.

Il futuro ha la voce di Max. E non ha dubbi su cosa dovresti comprare.