Mentre il mondo crede ancora che l’Intelligenza Artificiale viva nell’etere, invisibile come lo spirito santo digitale, dietro le quinte si sta costruendo un impero fatto di silicio, rame, cemento e debito strutturato come un’opera d’arte di Wall Street. Sì, l’IA ha bisogno di templi. E Oracle ha appena firmato un patto da 40 miliardi di dollari (fonte Finacial Times) per costruirne uno degno di un culto tecnocratico: un data center da 1.2 gigawatt ad Abilene, Texas. L’epicentro di quella che viene già chiamata, con l’enfasi tipica da Silicon Valley, “Stargate”.

No, non è fantascienza. È solo il nuovo ordine mondiale delle big AI.

Oracle, che molti pensavano ormai relegata a un ruolo di nobile decaduta del software enterprise, torna a mordere con 400.000 chip Nvidia GB200: i nuovi superchip, anabolizzati per il training AI, che faranno impallidire l’H100 e H200 di prima generazione. Così, mentre tutti giocano con i prompt su ChatGPT, dietro il sipario si sta costruendo un’infrastruttura che divora energia come una nazione europea e brucia denaro più velocemente di un hedge fund in piena crisi identitaria.

La parola chiave? Supercluster. Ma non fatevi ingannare: è solo un nome carino per descrivere una bestia assetata di energia, progettata per addestrare modelli linguistici più affamati di dati di quanto lo sia stato l’F-35 di finanziamenti pubblici.

Il contesto non è banale. L’Abilene Hub, sviluppato da Crusoe e Blue Owl Capital, è un colosso finanziario e fisico: 15 miliardi di dollari tra debito e capitale proprio, distribuiti su otto edifici, in una partnership che sa più di cartello che di consorzio. E Oracle ha blindato il sito con un contratto di leasing da 15 anni, come se stesse affittando Versailles per una start-up che fa Machine Learning.

Nel frattempo, Elon Musk non è rimasto a guardare. Il suo “Colossus” a Memphis, che ospiterà un milione di chip Nvidia, vuole prendersi il titolo di primo “AI Gigawatt Training Supercluster”. Ma, in fondo, è la versione Tesla della stessa sbronza da potenza computazionale. Tutti vogliono essere i nuovi Rockefeller, ma al posto del petrolio pompano petaflops.

Il progetto Stargate, cuore pulsante di questa narrazione techno-imperiale, è stato venduto al pubblico come un’iniziativa patriottica per rilanciare l’AI americana. In realtà, è la più spudorata rincorsa alla verticalizzazione dell’energia computazionale, con cifre che ballano tra i 100 e i 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. Di cui 18 già versati da OpenAI e SoftBank, mentre Oracle e il fondo sovrano di Abu Dhabi MGX si sono accomodati con 7 miliardi ciascuno. Curioso, vero, come l’AI americana si stia fondando anche su soldi arabi?

A proposito: l’espansione globale non si fa attendere. Trump — sì, proprio lui — ha fatto l’annuncio durante un tour nel Golfo: una campus IA da 5GW in Abu Dhabi, un progetto in collaborazione con G42, l’ambigua compagnia emiratina che si è già fatta notare per i suoi flirt con Palantir e le agenzie di intelligence. Una base di 10 miglia quadrate, abbastanza grande da far sembrare Cupertino un modellino Lego.

E ora, il colpo di scena. Il matrimonio tra OpenAI e Microsoft sta scricchiolando. Nonostante il colosso di Redmond abbia versato quasi 14 miliardi in cloud credit, la fame computazionale di OpenAI ha superato le capacità di fornitura. La separazione è iniziata. L’esclusiva è finita. Ora OpenAI vuole essere poligama, e Stargate è il primo amante ufficiale.

Che cosa significa tutto questo, oltre all’ovvia constatazione che il futuro dell’IA non sarà né etico né verde?

Significa che chi controlla la capacità di calcolo controlla il potere. Le AI sono creature energetiche. Senza elettricità e chip, muoiono. Letteralmente. E l’accesso alla capacità di calcolo diventa la nuova valuta geopolitica, il nuovo petrolio, la nuova egemonia.

Un tempo la guerra fredda si combatteva a colpi di testate nucleari. Ora si misura in gigawatt e quantità di GPU Nvidia. E, tanto per aggiungere un tocco di surrealismo, la sigla “Stargate” ricorda una porta verso altri mondi. Forse quelli dove le decisioni politiche sono prese dagli LLM, o dove i CEO sono sostituiti da agenzie neurali più efficienti.

Ma mentre noi discutiamo se l’IA è “pericolosa” o “consapevole”, loro costruiscono le cattedrali.

Una curiosità poco raccontata: il chip Nvidia GB200 costa più di un’automobile di fascia media. E ne stanno comprando centinaia di migliaia. Fai i conti. Poi chiediti se davvero l’AI sarà “democratica”.

Ecco il vero disegno: verticalizzare la computazione, privatizzare l’infrastruttura cognitiva del XXI secolo e costruire fortificazioni cloud che nessuno potrà scalare. L’era open-source è finita. Benvenuti nella Computazione Feudale.

Il resto sono solo prompt.