La mobilità intelligente non è più una promessa futuristica, ma una realtà che sta prendendo forma sulle nostre strade, spinta da dati, connettività e intelligenza artificiale. Le auto connesse, i sistemi ADAS, le soluzioni di smart mobility urbana e le sperimentazioni di smart road stanno ridisegnando l’esperienza di guida e l’intero ecosistema della mobilità. Il mercato italiano cresce in modo solido – con un valore che nel 2024 ha raggiunto i 3,3 miliardi di euro – ma a questa accelerazione tecnologica non corrisponde ancora una visione strategica condivisa. È il paradosso della mobilità italiana: mentre i consumatori si aprono (con cautela) alla guida autonoma e le imprese iniziano a integrare l’AI nella gestione delle flotte, molte pubbliche amministrazioni restano ancora “manuali”, incapaci di valorizzare i dati per migliorare i servizi. La ricerca dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano offre uno spaccato prezioso su luci e ombre di questa trasformazione.
Secondo l’indagine, presentata durante il convegno “Essere o non essere: il dilemma della mobilità tra innovazione e adattamento”, il comparto Connected Car & Mobility in Italia ha raggiunto un valore di 3,3 miliardi di euro nel 2024, registrando un incremento del 16% rispetto all’anno precedente, in linea con quanto accade nei principali Paesi occidentali.
Il cuore di questo sviluppo si concentra su tre direttrici principali:
- Soluzioni per l’auto connessa (1,66 miliardi di euro, +7%)
- Sistemi ADAS per la sicurezza e l’assistenza alla guida (1,2 miliardi, +26%)
- Smart Mobility urbana, dalla gestione dei parcheggi alla sharing mobility (500 milioni, +25%)
“Il settore della mobilità sta vivendo una trasformazione senza precedenti, trainata dall’innovazione tecnologica e da un contesto economico in continua evoluzione – spiega Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio. “La necessità di garantire, al tempo stesso, sostenibilità economica e ambientale sta ridefinendo strategie e modelli di business, costringendo tutti gli attori del settore ad adattarsi rapidamente”.
Una popolazione connessa… ma cauta
Oggi in Italia il 44% della popolazione possiede un’auto connessa. Di queste, 5,6 milioni sono dotate nativamente di SIM (+10% rispetto al 2023), 1,6 milioni sono parte di flotte aziendali e 10,5 milioni sono auto equipaggiate con dispositivi GPS/GPRS per finalità assicurative.
La connettività è dunque un elemento ormai diffuso, e il 92% di chi possiede un’auto connessa utilizza effettivamente le funzionalità smart. Non solo: oltre la metà degli italiani (55%) si dichiara disponibile a utilizzare un’auto a guida autonoma, segno che la fiducia nella tecnologia sta gradualmente maturando.
Ma permangono resistenze significative, soprattutto riguardo alla transizione elettrica: solo il 7,5% delle auto immatricolate nel 2024 è elettrico o ibrido plug-in, con una lieve accelerazione nei primi mesi del 2025 (9,7%). Nel complesso, solo l’1,5% del parco circolante è a emissioni zero o quasi, un dato che colloca l’Italia in ritardo rispetto ai target europei.
Il motivo principale? I costi. Il 26% degli italiani giudica ancora troppo alto il prezzo d’acquisto, mentre il 19% e il 17% lamentano spese eccessive per la ricarica e la manutenzione.
I comuni sperimentano, ma usano poco i dati
Uno dei dati più interessanti emersi dalla ricerca riguarda il ruolo delle amministrazioni locali. Il 65% dei comuni italiani ha avviato progetti di Smart Mobility nel triennio 2022-2024, ma solo il 29% utilizza i dati raccolti per migliorare servizi e pianificazione urbana. Una perdita di valore potenziale che rischia di rallentare l’efficacia delle iniziative in corso.
Da questo punto di vista c’è tanto lavoro da fare verso le pubbliche amministrazioni locali per far comprendere l’importanza strategica dell’utilizzo dei dati. Chi utilizza questi strumenti oggi lo fa con una modalità di tipo informativo o diagnostico: ancora nessun comune utilizza i dati in modo predittivo, sfruttando l’Intelligenza Artificiale, e quasi un comune su due (48%) non ha intenzione di utilizzarla in futuro. Una perdita di valore potenziale che rischia di rallentare l’efficacia delle iniziative in corso.
“Connettività, dati e Intelligenza Artificiale saranno sempre più centrali per fornire ai consumatori esperienze d’uso personalizzate e accessibili” sottolinea Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio, per il quale “il futuro della mobilità passa da infrastrutture intelligenti, servizi digitali e una maggiore attenzione al consumatore, con l’obiettivo di bilanciare innovazione e sostenibilità per rilanciare l’industria”.
Smart Road in crescita: connesse, intelligenti e pronte a rivoluzionare la mobilità
Cresce invece la sperimentazione delle Smart Road: sono 166 i progetti censiti a partire dal 2017 a livello globale, ben 46 lanciati nel 2024. In Italia si contano 21 iniziative attivate nel solo triennio 2022-2024
I principali obiettivi delle iniziative avviate riguardano la sicurezza stradale, il maggior comfort per chi guida, l’ottimizzazione dei flussi di traffico, la possibilità di ottimizzare la manutenzione dell’infrastruttura stradale e la riduzione dell’inquinamento.
“In ambito Smart Road, l’evoluzione delle tecnologie V2X giocherà sicuramente un ruolo chiave” commenta Monica Nicoli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility, secondo cui “i veicoli e le infrastrutture saranno in grado di condividere in tempo reale grandi volumi di dati, aumentando la capacità di coordinamento delle manovre in scenari complessi di mobilità e rendendo la comunicazione robusta, versatile, sicura ed efficiente”.
Fleet management e intelligenza artificiale: l’Italia è ancora prudente
Anche il mondo aziendale sta affrontando il cambiamento: il 43% dei fleet manager di grandi imprese mette a disposizione veicoli elettrici o ibridi, mentre il 30% ha adottato flotte connesse per ottimizzare consumi e percorsi. Tuttavia, solo il 7% ha integrato soluzioni di intelligenza artificiale nella gestione del parco veicoli. Un altro 22% si dichiara interessato a farlo nei prossimi anni.
Cosa vogliono davvero i consumatori?
L’indagine, realizzata in collaborazione con BVA Doxa, ha evidenziato come l’87% degli italiani utilizzi ancora un’auto a combustione per gli spostamenti quotidiani, soprattutto per la tratta casa-lavoro (38%) mentre a seguire troviamo le aree poco servite da mezzi pubblici e/o in sharing (37%). L’assenza di alternative valide è il principale ostacolo alla riduzione dell’uso dell’auto privata in città. Infatti, il 57% degli italiani (in crescita di 12 punti) sarebbe disposto a rinunciare alla propria vettura se i mezzi pubblici passassero più frequentemente.
Di fronte allo stop europeo alle auto a benzina e diesel nel 2035, solo il 10% intende adeguarsi da subito, mentre il 48% continuerà a usare l’auto a combustione fino all’ultimo possibile. Un cauto ottimismo accompagna chi ha già fatto il salto all’elettrico: il 95% degli acquirenti si dichiara soddisfatto, ma solo uno su quattro esprime una soddisfazione piena.
L’auto si evolve: connessa, assistita e (quasi) autonoma
Il 44% degli italiani possiede una vettura con almeno una funzione smart, in linea con gli anni precedenti. Ma cresce il numero di utenti (92%) che utilizza regolarmente queste funzionalità nelle auto. I più utilizzati sono i sistemi di infotainment (90%), seguono le soluzioni per monitorare lo stato della ricarica elettrica (83%) e i sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS, 79%). Le auto connesse sono sempre meno percepite come invasive: il 61% (+7%) è disposto a condividere i dati di guida in cambio di servizi a valore aggiunto. In futuro, avremo vetture connesse e sempre più autonome: il 55% utilizzerebbe auto a guida autonoma, ritenendole più sicure (47%), affidabili (36%) e in grado di parcheggiarsi autonomamente (33%). Chi si oppone esprime preoccupazioni sulla perdita del controllo del veicolo e alla sicurezza, preferendo ancora la guida tradizionale.
Verso un nuovo ecosistema della mobilità: intelligente, inclusivo e sostenibile
Uno scenario a luci e ombre quello delineato dai risultati della ricerca dell’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano – uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella PA – dal quale emerge che l’Italia sta abbracciando la mobilità smart a una velocità crescente ma ancora disomogenea. La diffusione delle auto connesse e l’interesse verso i veicoli autonomi dimostrano che la tecnologia è pronta, ma restano criticità legate ai costi, alle infrastrutture e alla cultura dell’innovazione, sia tra i cittadini che nella pubblica amministrazione. Per trasformare davvero la mobilità urbana e interurbana, sarà cruciale valorizzare meglio i dati, investire in AI e sostenere modelli più agili e sostenibili, mettendo il cittadino – e le sue esigenze – al centro dell’evoluzione.
