Alziamo le bandierine, sì, ma non quelle sventolate dai soliti giganti americani. Stavolta si celebra una nativa europea, una creatura di silicio e sintassi che non ha bisogno di server-fattorie in Arizona per brillare. Si chiama Vitruvian-Smart-12B, nome da diva cyborg ma con la testa da prima della classe. Non urla, non spreca, non invade la privacy. E già si è fatta valere.

Nel benchmark internazionale MMLU, quello tosto, quello usato per misurare se un LLM sa davvero di cosa parla o se è solo un pappagallo addestrato, la nostra Smart si è piazzata in alto, molto in alto, sfruttando il dataset m_mmlu_it creato da MII_LLM. Niente nepotismi siliconvaliani, solo performance.La parola d’ordine è equilibrio. Smart è un piccolo colosso da 12 miliardi di parametri, allenata con amore (e metodo) attraverso le tecniche più moderne: SFT, RL, RLHF e la chicca del momento, Self Reflection. Quest’ultima non è una buzzword: parliamo di un ciclo virtuoso di auto-correzione, come se il modello si fermasse, si guardasse allo specchio e si chiedesse: “Ma questa risposta l’ho capita davvero?” Spoiler: spesso sì.

Ma non basta la bravura sui libri. Smart è anche resiliente, nel senso tecnico (può girare offline su macchine modeste) e in quello legale: compliance completa a GDPR e all’AI Act europeo. Non è una minaccia latente alla sovranità digitale europea, ma una risposta. Una proposta concreta per chi lavora nella Pubblica Amministrazione, nelle imprese strategiche, negli enti che non possono permettersi di cedere controllo e dati a fornitori esterni non trasparenti.

Funziona in modalità RAG (Retrieval-Augmented Generation), cioè non si limita a inventare risposte eleganti: va a pescare informazioni verificate, si collega a basi di dati, fa ciò che dovrebbe fare ogni buon assistente: sapere dove guardare prima di parlare. Non è un oracolo impazzito, ma una collega diligente.

Una delle promesse più interessanti è la possibilità di personalizzazione ad hoc per i clienti, senza bisogno di rivoluzioni infrastrutturali. Smart può girare anche su notebook disconnessi da Internet, il che la rende ideale per scenari ad alta sicurezza, per enti pubblici, per difesa e sanità. E, cosa non da poco, non consuma come una centrale a fusione nucleare per rispondere a una domanda su Machiavelli.

Il mercato europeo, storicamente subordinato alle Big Tech d’oltreoceano, ha ora un’occasione reale per dimostrare che si può fare innovazione in casa, con modelli allenabili, efficienti, sicuri e performanti. Non è solo un traguardo tecnico: è un atto politico. Una riaffermazione della sovranità tecnologica, un segnale chiaro che l’Europa può e deve essere protagonista nell’era dell’AI.

Vitruvian-Smart-12B, insomma, non è una versione mini di qualcosa di più grosso. È una risposta elegante e consapevole alle domande cruciali di oggi: Come garantiamo la privacy? Come riduciamo il consumo energetico? Come rendiamo l’AI accessibile senza svendere i dati dei cittadini?

E per una volta, la risposta non viene da una conference a San Francisco o da una startup israeliana appena acquisita da Google. Viene da qui. Da un continente che, dopo anni di rincorsa, può finalmente smettere di correre dietro. E cominciare a dettare il passo.

Benvenuta davvero, #Smart.