Nel silenzio ovattato degli uffici open space di Google, DeepMind e OpenAI, un sussurro inquietante comincia a propagarsi tra i ricercatori: “È davvero Zuck?” Una domanda che non è metafisica, ma professionale. E con ogni probabilità, economica. È infatti Mark Zuckerberg — in carne, ossa e messaggi WhatsApp personalizzati — ad aver cominciato a corteggiare personalmente il gotha della ricerca AI, proponendo offerte che definire stravaganti sarebbe un understatement imbarazzante. Si parla di pacchetti compensativi a otto cifre. Alcuni addetti ai lavori hanno sussurrato che ha “pagato 14 Instagrams” per strapparsi Alexandr Wang, il giovane prodigio e CEO di Scale AI.