Nel bel mezzo di una Silicon Valley sempre più assetata di energia, Nvidia fa una mossa tanto sorprendente quanto provocatoria: entra nel round da 650 milioni $ di TerraPower, la startup nucleare fondata da Bill Gates. Sì, avete letto bene: il re dei GPU decide di puntare su reattori nucleari per alimentare il boom dell’intelligenza artificiale.

Questa partecipazione, effettuata tramite la sua divisione venture NVentures, non è un investimento di routine. Nvidia si affianca a pezzi da novanta come HD Hyundai e lo stesso Bill Gates, portando il totale raccolto da TerraPower a oltre 1,4 miliardi $. Un segnale chiarissimo: la corsa all’AI si scontra sempre più con un problema concreto—l’energia—e Nvidia, così come Amazon, Alphabet e OpenAI, sta puntando su soluzioni convincenti per i suoi data center super‑energivori.

TerraPower sta sviluppando il reattore Natrium, un piccolo reattore da 345 MW raffreddato a sodio liquido, con un sistema di accumulo a sale fuso in grado di erogare fino a 500 MW per oltre cinque ore . Il progetto, situato a Kemmerer, Wyoming, punta a diventare operativo entro il 2030, se la Nuclear Regulatory Commission darà il via libera nel 2026–2027.

Il panorama è chiaro: l’AI non dorme mai, i data center nemmeno. E le fonti rinnovabili da sole non bastano. Ecco perché gli iperscalatori guardano al nucleare avanzato come fonte priva di emissioni e capace di offrire energia continua 24/7 . «As AI continues to transform industries, nuclear energy is going to become a more vital energy source to help power these capabilities», ha detto Mohamed “Sid” Siddeek, braccio destro del venture capital di Nvidia.

Eppure la costruzione di piccoli reattori modulari (SMR) non è una passeggiata. Progetti analoghi in Cina e Russia hanno spesso sforato budget e tempi, e negli Stati Uniti il primo reattore TerraPower dovrà confrontarsi con tempistiche lunghe, costi elevati e un panorama regolatorio ancora incerto. Il via da parte della NRC è previsto nel 2025, ma la strada resta tortuosa.

Curiosità: il Natrium può arrivare a erogare il 150 % della capacità nominale, un trucco utile per tamponare i picchi di richiesta energetica, come avviene già nel mondo delle rinnovabili con lo storage a batteria. Un’ironica similitudine: la stessa AI che consuma energia potrebbe – un giorno – aiutare a stabilizzare il suo fabbisogno energetico.

E se oggi Nvidia investe nel nucleare avanzato, domani chissà: forse vedremo superdata center autosufficienti a combustibile spento, alimentati da mini‑reattori territoriali oppure addirittura da robot intelligenti che gestiscono l’intero impianto. Fantascienza? Forse. Ma quando una GPU diventa tanto vorace da far tremare la rete elettrica, il nucleare non è più un’opzione futuribile: è nascerà una nuova alleanza tra silicio e atomo.

In un’epoca in cui l’energia è la vera valuta, la mossa di Nvidia — da chipmaker a investitore nucleare — marca l’inizio di una nuova frontiera. E mentre aspettiamo che il primo reattore Natrium diventi realtà, è già partita una guerra silenziosa, ma letale, per chi dominerà l’intersezione tra AI e produzione energetica.