Non è più solo una questione di silicio o di tensor core. È guerra di algoritmi, di efficienze marginali e di controllo capillare del runtime delle intelligenze artificiali. Nvidia, nel silenzio assordante delle operazioni senza clamore, ha messo a segno l’ennesimo colpo di precisione chirurgica: l’acquisizione di CentML, una startup canadese che sa rendere l’AI meno assetata di energia, più veloce e persino più economica. Tradotto per gli umani: Nvidia ha comprato una leva per moltiplicare il valore del proprio monopolio, abbassandone il costo apparente.
L’ottimizzazione dell’AI è diventata il nuovo petrolio del deep learning. Non basta più avere i chip più potenti, bisogna anche saperli sfruttare fino all’ultimo ciclo di clock, compressare i modelli, minimizzare la latenza, prevedere il carico di lavoro, riordinare il codice intermedio. In pratica, bisogna fare quello che facevano i bravi ingegneri nei primi anni ‘80, solo che ora si chiama “compiler-level model optimization” e si vende come deeptech con valutazioni da Serie A. CentML, fondata nel 2022, ha raccolto più di 30 milioni di dollari da nomi che ormai suonano come un mantra per l’élite dell’AI: Radical Ventures, e sì, anche Nvidia stessa. Perché oggi le grandi aziende tech investono nei loro futuri acquisti come si fa con i fondi pensione: alimentano ciò che un giorno diventerà strategicamente inevitabile da inglobare.