Quando Capgemini sborsa 3,3 miliardi in contanti per mettere le mani su WNS, non sta facendo una classica acquisizione da colosso del consulting assetato di quote di mercato nel Business Process Services. No, qui succede qualcosa di molto più pericoloso, e strategicamente eccitante: un salto deliberato verso un nuovo ordine operativo dominato da Agentic AI, dove le vecchie catene del BPO tradizionale si spezzano per sempre. Non è solo un’acquisizione, è una dichiarazione di guerra al modello legacy dell’efficienza incrementale. E, come sempre, i francesi lo fanno col sorriso.
Il prezzo? 76,50 dollari per azione, con un premio robusto che nessun azionista razionale può rifiutare. L’impatto? Immediato sulla crescita dei ricavi e sul margine operativo. L’effetto reale? Una scommessa sul fatto che tra due anni non parleremo più di outsourcing, ma di piattaforme cognitive autonome che ristrutturano i processi aziendali dall’interno, senza chiedere permesso a nessuno. Sì, persino il CFO.
Dietro le parole educatissime del CEO di Capgemini, Aiman Ezzat, c’è un messaggio molto chiaro: il futuro delle operations non sarà gestito da eserciti umani delocalizzati, ma da entità software agentiche capaci di prendere decisioni, adattarsi in tempo reale e orchestrare flussi end-to-end senza supervisione. È come se il vecchio Robotic Process Automation avesse preso steroidi intelligenti, studiato Kant e deciso di diventare project manager. E le aziende stanno già aprendo il portafoglio.
WNS, dal canto suo, ha tutto ciò che serve per diventare il vettore ideale di questa trasformazione: verticalizzazione estrema, presenza nei settori ad alta complessità regolatoria, e una quantità di dati transazionali grezzi che nessun LLM da laboratorio potrebbe mai replicare. Capgemini la trasformerà in una piattaforma industriale per la nuova Intelligent Operations, dove l’expertise settoriale e la potenza degli agenti AI convivono in uno strano equilibrio tra automazione radicale e intelligenza contestuale.
La narrazione ufficiale parla di un’acquisizione accrescitiva: +4% all’EPS normalizzato nel 2026, +7% nel 2027 post sinergie. Ma il vero valore non è nei numeri da presentazione PowerPoint. È nella capacità di posizionarsi prima degli altri in quella che si annuncia come la più grande rivoluzione nei servizi di business da quando IBM ha venduto le scrivanie alla Cina. Chi controlla gli agenti controlla i flussi. Chi controlla i flussi ridisegna le aziende. Chi ridisegna le aziende… diventa la nuova infrastruttura.
L’ironia della faccenda? Tutto questo avviene sotto il cappello rassicurante dell’“ottimizzazione operativa”. Ma qui non si tratta di fare un po’ meglio il back-office: si tratta di eliminarlo, riscriverlo, renderlo auto-adattivo. Non si “gestisce” più il processo: lo si affida a un agente intelligente che lo vive come un ecosistema. È un cambio di paradigma epistemologico, non un miglioramento incrementale. Le operations non saranno più una funzione. Saranno un sistema vivente.
Ecco perché il tempismo è micidialmente perfetto. Nel 2024, l’adozione dell’AI generativa è esplosa, ma la vera sfida è operazionalizzarla. Gli LLM da soli non bastano. Serve l’infrastruttura middleware che li collega ai processi, che li orchestra, che li mette in condizione di agire. Gli Agentic AI Systems sono esattamente questo: architetture intelligenti, adattive, capaci di interagire con sistemi legacy e ambienti cloud-native, di assumersi responsabilità e obiettivi, e di negoziare tra efficienza e conformità. Il tutto senza aspettare l’input umano.
Capgemini ha capito che questa infrastruttura non esiste ancora su scala industriale. E che, se si muove ora, può essere la prima a definirla. L’acquisizione di WNS serve a mettere le mani su capacità operative già mature, clienti già attivi e dataset proprietari con cui addestrare gli agenti a comportamenti coerenti con le logiche di business reali, non teoriche. Se OpenAI crea il cervello, Capgemini vuole possedere il sistema nervoso autonomo.
La scommessa è che nei prossimi tre anni le aziende globali non cercheranno più un provider di BPO, ma una Agentic AI Factory. Un partner che sappia coniugare governance, security, automazione e resilienza in un modello operativo intelligente, personalizzato e scalabile. Questo cambia tutto. Cambia la natura dei contratti, il rapporto tra IT e business, e anche la struttura interna dei fornitori di servizi. Chi non ha agenti propri, o una pipeline credibile per svilupparli, rischia di essere tagliato fuori come il fax nel mondo Slack.
Naturalmente ci sono rischi. WNS non è un’azienda perfetta e il consolidamento post-acquisizione potrebbe generare frizioni culturali e operative. Ma la direzione è irreversibile. Per Capgemini, la vera partita si gioca sull’integrazione dell’AI nei processi core, e su come industrializzare quella fusione senza implodere. Chi riesce a farlo per primo, diventa lo standard.
La parte più interessante? Il fatto che questa mossa non venga dagli usual suspect della Silicon Valley, ma da un gruppo europeo che per anni è stato percepito come solido, ma prevedibile. Capgemini sta riscrivendo la propria narrativa. Non più consulenza e IT services, ma una piattaforma integrata per il pensiero operativo autonomo. Una specie di cervello globale distribuito, innestato nei flussi di business dei suoi clienti. E il costo d’ingresso per farne parte è una cessione del controllo, mascherata da outsourcing intelligente.
In fin dei conti, il vero valore non sta nel margine o nella crescita percentuale, ma nella capacità di ridisegnare i confini del possibile. Mentre gli altri vendono AI come servizio, Capgemini sta costruendo un modello operativo dove l’AI è il servizio. Il cliente non compra più ore-uomo o progetti, ma outcome guidati da entità digitali auto-consapevoli delle metriche di business. E se questo ti sembra esagerato, guarda cosa succede quando gli agenti iniziano a negoziare tra loro per ottimizzare una supply chain intercontinentale. Benvenuti nell’economia delle API intelligenti. Dove il vero CEO è già un algoritmo.
L’Agentic AI è l’inizio di una nuova era, non un add-on tecnologico. E Capgemini, con WNS nel motore, ha appena acceso il turbo.