Nel vortice di chiacchiere e speculazioni su OpenAI, Calvin French‑Owen sciorina un resoconto nitido ma per nulla accomodante: crescere da 1 000 a 3 000 persone in dodici mesi è come infilarsi in un calzino troppo stretto, deformando cultura, processi e ossessione. Il leitmotiv? “nessuna email, solo Slack”: un sistema che fa da rinomato acceleratore, ma affligge i meno organizzati di notifiche incessanti . Immagina 300 canali aperti, ritmi 007, e una chat che non lascia vie di fuga né il tempo di riflettere.

Nel profondo, OpenAI mantiene una struttura bottom‑up che pochi replicano: idee che emergono, germogliano e vengono validate sul campo prima ancora di un roadmap che al suo ingresso non esisteva. Un’utopia meritocratica dove la promozione segue solo la qualità delle idee e la loro esecuzione, mentre chi sa maneggiare powerpoint resta spesso sullo sfondo. Il vecchio Corporate pensa a un futuro disegnato dall’alto, qui si costruisce democraticamente sul campo, sotto il motto “code wins” .

Stando a Simon Willison, Python regna sovrano con FastAPI e Pydantic dentro un monocodice da scienziati e PhD insieme senza guide stilistiche rigide. Un Rossini lirico di notebook improvvisati condivisi tra esperti di Meta in transito, ognuno portatore di una quota di ambizione pura.

Il debutto di Codex è la parabola perfetta: sette settimane, squadra ristretta, sprint notturni e codice a nastro fino a notte fonda per sfornare uno strumento che ha generato 630 000 PR pubbliche in 53 giorni .

Roba da velocità di scalata da startup, incastonata in un colosso da 3 000 dipendenti. Perché non basta avere modelli. Serve cattiva volontà, fame, e tanti ‘mini‑executive’ autodiretti.

Eppure questa macchina non gira a meraviglia su tutto: processi CI che si accodano, test infiniti, monolite di backend appesantiti. Segno che scalare in fretta produce anche botole e code lunghe. A nulla valgono i fanfaroni: l’infrastruttura sotto pressione parla da sola, con spese GPU superiori a intere pipeline aziendali.

L’ossessione per la sicurezza, più pragmatica che filosofica, si concentra su rischi concreti hate speech, abusi, generazioni biotech, prompt injection piuttosto che escatologie AGI.

L’infrastruttura cloud è tutta Azure, selettiva e pragmaticamente scelta: pochi servizi fidati, tutto il resto… home‑made.

In questo crogiolo di segnali contraddittori emerge un’azienda che cammina su due gambe: da un lato lab di scienziati, dall’altro startup virale. Chi lavora da lungo percepisce ancora l’alba sperimentale stile Los Alamos; chi arriva oggi vede uno strumento globale pronto a monetizzare e competere con governi e big tech.

Ecco la grande persuasione subliminale: se vuoi cambiare il mondo, unisciti all’Alfa del cambiamento. Qui si erige una nuova cultura tecnologica, tra caos organizzato e meritocrazia lacerante. I primi 500 giorni di Codex sono un rito, un tatuaggio: velocità, autonomia e impatto. Ma se ti piace dormire sì, forse questo posto dura poco.

Curiosità: il lancio del merchandise (swag) è stato così richiesto che Shopify ha crollato. Non è una startup da magliette, ma nemmeno una multinazionale plasticosa: è un incrocio tra geek frenzy e fan club esigente .

Gli spinnerendo stessi su Twitter contano: tweet giusti accendono reazioni interne. Se parli di OpenAI nella timeline, qualcuno di OpenAI ti sta leggendo. Twitter non è solo un social, è una metrica interna.

In questo sciame di contraddizioni, restano lampi di verità: “progress is emergent, not directed” l’innovazione nasce dal basso, dal nerd‑sniping, dal permesso implicito a fare–e‑vedere cosa succede . Nessun manuale, nessuna lentezza solo codice, caos e chi ce la fa.

Sottolineatura tagliente: OpenAI è diventata un narrazione. È un laboratorio, un media, un’azienda. Non è tutto rose e fiori ma nemmeno il cataclisma che tanti dipingono. È il presente imperfetto di quello che potrebbe essere davvero AGI.

OpenAI è diventata un narrazione. È un laboratorio, un media, un’azienda. Non è tutto rose e fiori ma nemmeno il cataclisma che tanti dipingono. È il presente imperfetto di quello che potrebbe essere davvero AGI.

Se sei un founder, guarda questo: il futuro è ora e fretta e precisione sono la nuova valuta. Se il tuo startup non spinge, forse ti manca solo uno sprint 007 da fare.

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https://calv.info/openai-reflections