La mossa di Anthropic segna un’accelerazione strategica non da poco nel braccio di ferro per il dominio dell’intelligenza artificiale nel governo federale americano. Dopo il colpo d’ala di OpenAI, che aveva già piazzato ChatGPT a un dollaro all’anno per l’esecutivo, Anthropic risponde offrendo Claude non solo all’esecutivo, ma anche al legislativo e al giudiziario. Un’apertura a 360 gradi che sa di volersi garantire un’egemonia diffusa e duratura, più che una semplice promozione commerciale. Il prezzo da un dollaro è evidentemente un trucco ben collaudato per radicare il prodotto dentro un ecosistema vasto, complesso e tradizionalmente riluttante al cambiamento.
Il fatto che Claude supporti FedRAMP High, lo standard più rigoroso per la gestione di dati sensibili non classificati, è un’arma in più nella battaglia per la fiducia istituzionale. Il governo americano è un mare di regolamenti e protocolli di sicurezza che spesso soffocano l’innovazione, ma qui il messaggio è chiaro: l’AI di Anthropic non è solo potente, è anche “sicura quanto serve”. Il multi-cloud access offerto tramite AWS, Google Cloud e Palantir è un altro asso nella manica, capace di rispondere alle crescenti esigenze di sovranità dei dati e di controllo infrastrutturale. OpenAI, con il suo vincolo attuale ad Azure Government Cloud, sembra un po’ più “monogamo” nel proprio approccio, anche se sta lavorando per diversificarsi. La sfida non è più solo tecnologica, ma geopolitica e strategica: chi riesce a inserirsi nelle abitudini quotidiane di scienziati, funzionari e burocrati governerà una fetta cruciale dell’intelligenza nazionale.
Il peso dei contratti miliardari con il Dipartimento della Difesa è soltanto una parte del puzzle. Anthropic punta anche ai laboratori di ricerca scientifica e ai servizi di assistenza sanitaria, settori dove l’AI può fare davvero la differenza ma dove la concorrenza è feroce e le aspettative altissime. L’esempio del Lawrence Livermore National Laboratory e del Dipartimento Sanitario di Washington D.C. non è casuale: serve a costruire una narrativa di efficacia e affidabilità che possa valere più di un semplice prezzo low cost.
Il vero gioco dietro questa corsa a prezzi quasi simbolici non riguarda solo i bilanci governativi, ma il “soft power digitale” che deriva dall’adozione precoce e massiccia di queste tecnologie. Una volta che Claude o ChatGPT diventano strumenti quotidiani, disinnescarli politicamente sarà come togliere il caffè ai funzionari: teoricamente possibile, ma privo di buon senso e destinato a generare proteste interne ben più efficaci di qualunque lobby esterna.
Alla fine, la partita si gioca su più tavoli: sicurezza, accessibilità, flessibilità infrastrutturale e, soprattutto, sulla capacità di queste aziende di posizionarsi come partner irrinunciabili del governo. Chi pensava che l’AI fosse solo un tema tecnologico, si sbagliava di grosso: questa è una partita di politica, potere e influenza mascherata da offerta commerciale. E il prezzo di un dollaro? Solo l’aperitivo.