È irresistibile guardare l’attuale crittografia classica come il palazzo dei sogni di un illusionista che tiene in equilibrio tutto sull’improbabile: problemi matematici “hard” che, si spera, nessun computer neanche quelli quantistici riuscirà a risolvere. Ma i computer quantistici non sono la prossima rivoluzione: sono il terremoto che sta già fratturando fondamenta che pensavamo di aver solidificato per sempre. Oggi c’è un nuovo twist: una prova matematica che promette sicurezza non grazie alla difficoltà, ma grazie alle regole stesse del mondo quantistico.
La minaccia teorica che nessuno vuole ignorare è chiara: Shor può fattorizzare RSA, ecc., infrangendo il castello di carta della crittografia. Se un giorno si costruisse un computer quantistico sufficientemente potente un cosiddetto CRQC RSA, ECC e compagnia rischiano di cadere in poche ore. È giusto allora che la comunità inizi da ora a migrare verso algoritmi “post-quantum”, resistenti anche ad attacchi quantistici .
AWS, Ericsson, e gli standard network stanno già lavorando per inserire ML-KEM (alias CRYSTALS-Kyber) nelle loro infrastrutture, in attesa del backup HQC, selezionato da NIST il 11 marzo 2025 e con standard finale atteso per il 2027. È la conferma che la transizione è già in corso, anche se con ritardo rispetto alle esigenze reali.
Ma torniamo al pezzo forte: la crittografia quantistica rivoluzionaria che non si appoggia più ai problemi “hard” ma sfrutta direttamente le leggi quantistiche. La sintesi è questa: nel giugno 2024 un articolo su Quanta Magazine ha evidenziato che “Researchers have proved that secure quantum encryption is possible in a world without hard problems”. La metafora usata è quella di una torre: le fondamenta della crittografia erano i problemi matematici ostici, sopra stavano i protocolli. Ma se le fondamenta vacillano, la torre crolla. Ora c’è un nuovo progetto: una prova teorica che costruisce quella torre su un terreno diverso, quantistico, anche se finora lontano dal mondo reale. Fermi Ma stesso lo ammette: era più un proof of concept, non applicabile nel mondo reale. Questa nuova ricerca tenta di eliminare le ipotesi assurde che tenevano alti quei modelli, proponendo un’impostazione in cui la sicurezza quantistica esiste se certe congetture reggono.
Immagina un sistema crittografico che non dice “è difficile da rompere”, ma “non puoi romperlo per principio”. Il nuovo approccio non si basa più su difficoltà computazionale, ma sulla fisica quantistica stessa. Non serve un problema matematico “hard” tipo factoring o discrete log. Se si dimostrano vere alcune congetture quantistiche, la crittografia quantistica diventa un castello inespugnabile per natura. Questa è la rivoluzione: non solo protezione, ma sicurezza ontologica. È un passo oltre il generically safe post-quantum, è sicurezza radicata nella realtà quantistica.
Riprendendo fiato. Non si tratta solo di anticipare un futuro in cui la crittografia classica potrebbe cedere. Si tratta di un cambio di paradigma. Pensaci: se la sicurezza diventa legata alle leggi fisiche, non restiamo più alla mercé dell’evoluzione matematica o della potenza delle macchine.
Nel frattempo la ricerca pratica continua. Recentemente Toshiba Europa ha trasmesso messaggi crittografati quantisticamente su una rete di telecomunicazioni commerciale di 254 km, senza need di attrezzature super-costose o criogeniche, usando QKD via fibra ottica. Un esperimento pubblicato su Nature e segnalato dal Financial Times lo scorso aprile 2025 . Qui non si parla più di fondamenti astratti, ma di attori reali: trasmissione quantistica su infrastrutture esistenti, con rilevamento di intercettazioni e potenziale per scala internazionale.
Se ora ti stai chiedendo «ma è tutto teoria?» ti rispondo: parte sì. La fondazione matematica quantistica è in divenire, ma il modello convergerà con l’ingegneria reale. L’esperimento con i quantum dot (che hanno superato il classico limite del fotone perfetto) è un tangibile passo verso hardware pratico e accessibile.
Questa giungla di avances teoriche, standard pragmatici e test real-world sembra caotica. Ma ha una logica implacabile: prepararsi a un futuro dove la sicurezza non è una scommessa su problemi “hard”, ma un lavoro sulle regole dell’universo.