Un anno dopo la pubblicazione del Draghi Report, Ursula von der Leyen ha preso la parola per tracciare un bilancio e, soprattutto, per definire la rotta dell’Europa verso la competitività globale. Il tono era chiaro, senza giri di parole: non ci si limita a partecipare alla corsa tecnologica e industriale, l’Europa deve guidarla. L’ex presidente del consiglio Mario Draghi aveva posto le basi, delineando tre pilastri fondamentali: colmare il divario di innovazione con Stati Uniti e Cina, combinare decarbonizzazione e competitività e ridurre le dipendenze strategiche. Ursula von der Leyen ha preso queste linee guida e le ha tradotte in un’agenda concreta, con azioni immediate e cifre che parlano da sole.
Il primo pilastro riguarda l’innovazione. L’Europa non è più l’osservatore silenzioso della rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale. Von der Leyen ha sottolineato come il continente sia già leader in diversi campi cruciali per la nuova corsa tecnologica: dai supercomputer all’AI applicata, dall’healthcare alla difesa. Sei anni fa, l’Europa aveva solo due supercomputer nella top 10 mondiale; oggi ne conta quattro, con il recente lancio di Jupiter in Germania e HPC6 in Italia. Non è un dettaglio da poco: significa che il procurement cloud europeo e le infrastrutture per la vertical AI stanno finalmente entrando in funzione come leve strategiche per innovatori e start-up.
E parlando di start-up, il caso Lovable è emblematico: la piattaforma svedese ha trasformato idee in applicazioni e siti web in pochi clic, diventando la più veloce software company della storia a raggiungere 100 milioni di dollari di fatturato annuo, con una valutazione oggi vicina ai 4 miliardi. Il 10% di tutti i nuovi siti web del mondo nell’ultimo anno è stato costruito con Lovable. La cifra racconta più di mille slide: l’Europa non rincorre più, ma compete, sfruttando la vertical AI e infrastrutture cloud avanzate per consolidare leadership e know-how.
Tuttavia, la Commissione non si limita a celebrare successi. L’adozione dell’AI rimane frammentata e le barriere interne al mercato unico equivalgono a tariffe del 45% sui beni e del 110% sui servizi, secondo l’FMI. Ursula von der Leyen ha annunciato il Single Market Roadmap fino al 2028, per aumentare la velocità e rendere tangibili i risultati di capitale, servizi, energia, telecomunicazioni e innovazione. Solo ciò che viene misurato può essere realizzato, ha ribadito, sottolineando come la competizione globale non aspetti processi burocratici.
Il secondo pilastro riguarda decarbonizzazione e competitività. L’Europa paga ancora prezzi energetici più alti dei concorrenti, per via della dipendenza da combustibili fossili importati. La risposta della Commissione è chiara: energie rinnovabili e nucleare come baseload per assicurare sicurezza energetica, indipendenza e posti di lavoro. Nel solo primo semestre del 2025, gli investimenti in eolico europeo hanno superato i 40 miliardi di euro. Oltre il 70% dell’elettricità europea proviene da fonti a basse emissioni. Ursula von der Leyen ha inoltre evidenziato le iniziative per liberare colli di bottiglia infrastrutturali: dai progetti Celtic interconnector e Biscay Bay alla nuova Energy Highways initiative, per collegare le griglie europee e ridurre le disparità di prezzo.
Ma l’Europa non può fermarsi qui. Il Clean Industrial Deal e il Battery Booster package sono strumenti concreti per creare lead market per prodotti puliti e circolari, stimolando investimenti privati e pubblici e garantendo un livello di competizione equo. La Commissione punta a trasformare l’industria europea in un hub globale per le tecnologie pulite, in grado di esportare soluzioni verso Africa, Asia e Sud America, territori in forte crescita e sensibili ai cambiamenti climatici.
Il terzo pilastro, ridurre le dipendenze strategiche, ha ricevuto un’attenzione senza precedenti. Cina, Indonesia, Kazakistan e altri Paesi controllano materie prime critiche come cobalto, terre rare, grafite e litio. Ursula von der Leyen ha ricordato come l’Europa stia diversificando approvvigionamenti e creando una rete di progetti strategici: nickel in Canada per 800.000 batterie EV l’anno, grafite in Kazakistan per 100.000 batterie EV l’anno, e il Lobito Corridor verso la copper belt africana. Il Critical Raw Materials Act seleziona 47 progetti strategici in Europa, dall’estrazione di rame e cobalto in Finlandia, al riciclo di batterie in Italia.
Il concetto chiave è chiaro: circular economy = competitività. Ogni chilogrammo di materia prima europea produce oggi il 33% in più rispetto agli Stati Uniti e il 400% in più rispetto alla Cina. Trasformare rifiuti in risorsa strategica significa ridurre dipendenze, sostenere industrie leader e creare un vantaggio competitivo globale.
Infine, Ursula von der Leyen ha toccato la difesa, un settore cruciale per la sovranità europea. Con Readiness 2030 e SAFE, l’UE mobilita fino a 800 miliardi di euro in investimenti, di cui 150 miliardi per procurement congiunto, approvati in soli 72 giorni. Il messaggio è chiaro: velocità, ambizione e unità sono essenziali per sicurezza, indipendenza e competitività.
L’invito finale della presidente della Commissione è diretto: l’Europa ha mostrato cosa è possibile, ora deve scegliere di agire con urgenza. Non ci sono scorciatoie. Procurement cloud, vertical AI, Gigafactories, energie rinnovabili, economia circolare e difesa strategica sono leve che, se attivate con coerenza, possono trasformare il continente in un leader globale industriale e tecnologico. L’alternativa è restare spettatori.