Il recente accordo da 14,2 miliardi di dollari tra Meta e CoreWeave ha suscitato scalpore nel settore dell’intelligenza artificiale, consolidando ulteriormente la posizione di CoreWeave come fornitore di infrastrutture cloud per l’IA. Questo contratto, che si estende fino al 2031 con possibilità di estensione, garantirà a Meta l’accesso ai sistemi Nvidia GB300, fondamentali per l’esecuzione di modelli linguistici avanzati e altre applicazioni di intelligenza artificiale.

La reazione del mercato è stata immediata: le azioni di CoreWeave hanno registrato un aumento del 15%, portando la valutazione dell’azienda a 60 miliardi di dollari, a soli sei mesi dalla sua IPO. Questo slancio è stato alimentato anche da contratti precedenti, come quello con OpenAI, che ha portato la partnership con quest’ultima a un valore complessivo di 22,4 miliardi di dollari.

Tuttavia, l’entusiasmo del mercato non è privo di interrogativi. Alcuni analisti mettono in guardia dai potenziali rischi di una “bolla” nel settore dell’IA, evidenziando la concentrazione di potere tra pochi attori come Nvidia, CoreWeave e Meta. La crescente dipendenza da infrastrutture cloud specializzate solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di questo modello di business.