Prysmian ha annunciato l’acquisizione di Channell Commercial Corporation, un leader nelle soluzioni integrate per la connettività negli Stati Uniti, per un valore di 950 milioni di dollari, con un potenziale corrispettivo aggiuntivo fino a 200 milioni di dollari legato al raggiungimento di specifici obiettivi EBITDA per il 2025. L’acquisizione, che riflette un multiplo inferiore a 8,0x EBITDA 2024A, è soggetta alle consuete condizioni regolatorie e si prevede che sarà completata nel secondo trimestre del 2025.
Autore: Redazione Pagina 45 di 91

Ant Group, il colosso fintech affiliato ad Alibaba, sta riscrivendo le regole del gioco nell’intelligenza artificiale. Mentre gli Stati Uniti impongono restrizioni sempre più rigide sull’export di chip avanzati, la Cina risponde con innovazione e adattamento. Il team Ling di Ant ha dimostrato che è possibile addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) utilizzando GPU di produzione locale, riducendo così la dipendenza da Nvidia e abbattendo i costi di training del 20%. La notizia, che potrebbe ridisegnare il mercato AI, è stata pubblicata su arXiv, una piattaforma di ricerca scientifica open-access.

L’impero di Tencent si allarga ancora, e questa volta punta sulle macchine umanoidi. Il colosso cinese dei videogiochi e dei social media ha ufficialmente investito in Agibot, una delle startup più promettenti nel panorama della robotica. L’operazione conferma il crescente interesse dei giganti tech cinesi per un settore che sta rapidamente diventando un campo di battaglia per venture capitalist, fornitori di componenti e colossi industriali con tasche profonde.
Agibot, nota anche come Zhiyuan Robotics, ha completato un nuovo round di finanziamenti che ha visto la partecipazione di investitori di peso come Lanchi Ventures, Longcheer Technology, Wolong e Zhuhai Huafa Group. Non sono stati divulgati i dettagli sugli importi, ma secondo Tianyancha, il capitale registrato della società è aumentato a 80,46 milioni di yuan (circa 11,1 milioni di dollari) dai precedenti 76,37 milioni. Numeri che confermano la solidità finanziaria della startup e il suo appeal per chi scommette sulla robotica come prossimo grande business.

PsiQuantum: la scommessa da 6 miliardi di dollari che sfida Google e Microsoft sul quantum computing
PsiQuantum sta raccogliendo almeno 750 milioni di dollari con una valutazione pre-money di 6 miliardi, con BlackRock alla guida dell’operazione. Non si tratta solo di un altro start-up nel campo del quantum computing, ma di una società che punta a una strategia radicalmente diversa: sfruttare l’industria dei semiconduttori esistente invece di reinventare la ruota con materiali esotici.
Mentre altre aziende sperimentano con superconduttori e ioni intrappolati, PsiQuantum utilizza la fotonica, la stessa tecnologia alla base delle fibre ottiche per le telecomunicazioni. Questo approccio le permette di produrre i suoi chip quantistici nelle fabbriche di GlobalFoundries a New York, con l’obiettivo di sfornare milioni di unità. La scalabilità è il cuore del problema nel quantum computing, e PsiQuantum sta cercando di risolverlo con un metodo che riduce i rischi di produzione e abbassa i costi. Ma anche con questo vantaggio, servono capitali enormi per trasformare un’idea in una realtà funzionante.

Nvidia ha appena rilasciato Dynamo, una libreria open-source pensata per ottimizzare l’inferenza dei modelli di AI su larga scala. Tradotto: un software che promette di far girare più velocemente i modelli di intelligenza artificiale, riducendo i costi e abbattendo la latenza. Una manna per le aziende che stanno bruciando GPU e milioni di dollari per far funzionare le loro AI.
La mossa arriva in un momento cruciale: l’intelligenza artificiale sta divorando potenza di calcolo come mai prima, con costi che mettono a dura prova anche i colossi del settore. Con Dynamo, Nvidia vuole offrire una soluzione che massimizzi l’efficienza, riduca gli sprechi e renda più accessibile il deployment di modelli sempre più esigenti. Read the Tech Blog

L’intelligenza artificiale è brava a macinare dati, meno a fermarsi a riflettere. Anthropic vuole cambiare le regole del gioco con “Think“, una nuova funzione pensata per potenziare il processo decisionale di Claude, il loro modello linguistico di punta. In un panorama sempre più dominato da AI che devono prendere decisioni in autonomia, questa innovazione potrebbe essere il tassello mancante per una maggiore affidabilità e conformità normativa.
L’idea alla base di “Think” è tanto semplice quanto rivoluzionaria: dare all’AI il potere di fermarsi, analizzare, e verificare le proprie risposte prima di procedere. Se finora i modelli di AI operavano in modo lineare, rispondendo di getto sulla base dei dati disponibili, “Think” introduce una struttura di pensiero più riflessiva. Il risultato? Un miglioramento netto nell’accuratezza delle risposte, con un impressionante +54% nelle performance su test legati al customer service.

Joe Tsai, presidente di Alibaba Group Holding (e NETS), ha lanciato un segnale d’allarme sul frenetico afflusso di investimenti globali nelle infrastrutture per l’intelligenza artificiale (AI), evocando lo spettro di una bolla speculativa simile a quella della dot-com. La sua preoccupazione principale? Un’ondata di capitali che si riversa sulla costruzione di data center senza una chiara domanda di utilizzo, un fenomeno che sta assumendo i contorni di una scommessa al buio.
Tsai ha fatto riferimento a progetti mastodontici come Stargate, la joint venture tra OpenAI e SoftBank, che ha promesso investimenti per 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. Secondo lui, gli investimenti in AI negli Stati Uniti stanno superando la domanda reale, alimentando un entusiasmo irrazionale che potrebbe portare a un brusco risveglio. In altre parole, mentre le aziende si sfidano a chi costruisce il più grande tempio dell’AI, potrebbero ritrovarsi con cattedrali nel deserto.

Il panorama dell’intelligenza artificiale è stato recentemente scosso dall’ascesa fulminea di DeepSeek, una startup cinese che ha rapidamente scalato le classifiche dell’App Store di Apple negli Stati Uniti, superando persino ChatGPT. Fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, DeepSeek ha sorpreso il mondo tecnologico non solo per le sue capacità avanzate, ma anche per l’approccio open-source, inusuale per una realtà cinese, che ha permesso agli sviluppatori di tutto il mondo di esaminare e costruire sulla sua tecnologia.
L’ultimo aggiornamento, denominato V3-0324, è stato pubblicato su Hugging Face senza alcun annuncio formale. Secondo l’azienda, questo update apporta miglioramenti significativi nelle performance di benchmark, nell'”eseguibilità del codice” e nell’analisi dei report, offrendo output più dettagliati. Tuttavia, la mancanza di una comunicazione ufficiale solleva interrogativi sulla trasparenza e sulle reali capacità di questo aggiornamento.

Il Gruppo Mediobanca accelera la trasformazione digitale attraverso un rafforzamento della collaborazione con Microsoft Italia, puntando su intelligenza artificiale e cloud computing come elementi cardine della propria Digital Agenda. Con l’attuazione del Piano Strategico “One Brand One Culture”, l’istituto prevede un investimento complessivo di 230 milioni di euro in innovazione entro il 2026, segnando un aumento del 25% rispetto al triennio precedente. Un impegno strategico che si avvale della cooperazione con le principali aziende globali del settore tecnologico per garantire un avanzamento efficace e sostenibile.

Ant Group sfida Nvidia: l’ascesa dei chip cinesi nell’intelligenza artificiale
Ant Group, la colossale fintech cinese fondata da Jack Ma e affiliata ad Alibaba, ha recentemente annunciato di aver utilizzato chip prodotti in Cina per sviluppare modelli di intelligenza artificiale a costi ridotti.
Questa mossa rappresenta un significativo passo avanti per l’industria tecnologica cinese, che mira a ridurre la dipendenza da fornitori occidentali come Nvidia. Secondo quanto riportato da Barron’s, Ant Group ha utilizzato chip prodotti da Alibaba e Huawei per addestrare un modello di intelligenza artificiale, ottenendo prestazioni comparabili a quelle raggiunte con l’uso dei chip H800 di Nvidia, attualmente soggetti a restrizioni di esportazione verso la Cina. Questo approccio ha permesso ad Ant Group di ridurre i costi del 20%.

I robot umanoidi di Unitree Robotics non arriveranno nelle case tanto presto, almeno non nei prossimi due o tre anni. Il motivo? Questione di sicurezza. Lo ha confermato Wang Xingxing, fondatore e CEO della società cinese, in un’intervista a media governativi. In parole povere, il sogno di avere un aiutante robotico che cucini e pulisca per noi dovrà aspettare. E forse è meglio così, considerando che l’ultima dimostrazione di Unitree ha mostrato un G1 che, più che uno chef, sembrava un bambino pasticcione: uova rotte, latte versato, un disastro.

Tim Cook ha deciso di giocare d’anticipo sulla concorrenza e sul governo cinese, elogiando pubblicamente i modelli di intelligenza artificiale della start-up DeepSeek proprio alla vigilia della conferenza per sviluppatori di Apple a Shanghai. Un gesto non casuale, che avviene mentre Cupertino attende ancora il via libera per portare la sua Apple Intelligence sugli iPhone in Cina.
La dichiarazione di Cook, rilasciata alla China News Service durante il China Development Forum a Pechino, non è passata inosservata. DeepSeek è un nome sempre più influente nel panorama AI cinese, noto per aver sviluppato modelli di intelligenza artificiale altamente competitivi con una frazione delle risorse utilizzate dai colossi americani. Per Apple, in cerca di un lasciapassare per il mercato cinese, fare un passo verso DeepSeek potrebbe essere una mossa strategica per allinearsi alle aspettative del governo di Pechino.

OpenAI continua la sua corsa verso il dominio dell’intelligenza artificiale, e lo fa con una mossa che sa di consolidamento strategico. Il gigante dell’IA, sostenuto da Microsoft, ha ridisegnato la propria leadership interna, espandendo le responsabilità di tre figure chiave, a partire dal Chief Operating Officer Brad Lightcap.
Lightcap, che già gestiva le operazioni quotidiane dell’azienda, ora avrà un ruolo ancora più centrale, supervisionando il business e il deployment globale di OpenAI. L’azienda ha dichiarato che il suo obiettivo sarà massimizzare l’impatto della ricerca attraverso una strategia focalizzata su partnership, infrastrutture e ottimizzazione operativa. In altre parole, sarà l’uomo che garantirà che OpenAI non solo sviluppi l’IA più avanzata, ma che questa sia anche monetizzabile ed efficiente su larga scala.

Apple sta preparando il terreno per un’ennesima rivoluzione nel wearable tech, puntando sull’Intelligenza Visiva (Visual Intelligence). Secondo Bloomberg, la casa di Cupertino sta esplorando l’aggiunta di telecamere su Apple Watch e AirPods, con il lancio previsto entro il 2027. Un passo che potrebbe ridefinire l’utilità degli accessori indossabili, ma che evidenzia anche la sua rincorsa nel settore AI, dove finora ha arrancato rispetto ai rivali.
Google ha iniziato il rilascio di nuove funzionalità AI per Gemini Live, consentendo all’assistente di “vedere” lo schermo dello smartphone o l’ambiente circostante attraverso la fotocamera e rispondere in tempo reale. La conferma arriva direttamente da Alex Joseph, portavoce di Google, in un’email a The Verge. Dopo quasi un anno dalla presentazione del progetto Astra, finalmente l’azienda porta sul mercato queste capacità avanzate.
L’aggiornamento è già stato avvistato da un utente su Reddit, che ha condiviso un video dimostrativo della nuova funzione di lettura dello schermo su un dispositivo Xiaomi, come riportato da 9to5Google. Questa è solo una delle due caratteristiche annunciate da Google all’inizio di marzo e destinate agli utenti del piano Google One AI Premium, che offre accesso esclusivo alle funzionalità avanzate di Gemini.

L’industria cinese dei semiconduttori si sta muovendo sottotraccia, ma con obiettivi chiari: ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e costruire un ecosistema tecnologico autosufficiente. L’ultimo colpo di scena arriva da SiCarrier, un produttore di strumenti per la fabbricazione di chip con sede a Shenzhen, sostenuto dallo Stato e legato a Huawei.
Il debutto ufficiale di SiCarrier avverrà la prossima settimana al Semicon China di Shanghai, un evento organizzato dall’associazione americana SEMI. La sua presenza rappresenta un segnale forte, perché la società, fino ad ora, ha mantenuto un profilo bassissimo, quasi da fantasma industriale. Il sito ufficiale elenca solo quattro strumenti di produzione a bassa tecnologia e non fornisce dettagli sulla proprietà o sul management. Unica eccezione? Una dichiarazione di compliance che promette il rispetto della proprietà intellettuale di terzi. Una mossa più diplomatica che sostanziale.

Mentre l’Occidente si dibatte tra regolamentazioni e investimenti miliardari in intelligenza artificiale, la Cina sferra un colpo diretto a Silicon Valley con 01.AI, la startup fondata dal veterano dell’AI Lee Kai-fu. In meno di otto mesi, la società ha raggiunto lo status di unicorno, superando la valutazione di un miliardo di dollari grazie al suo modello open-source Yi-34B, che batte le alternative americane su metriche chiave. Un’ulteriore dimostrazione che la supremazia nell’intelligenza artificiale non è più esclusiva di OpenAI, Google e Meta.

L’intelligenza artificiale sta vivendo il suo momento di svolta in Cina, e a guidare la carica c’è DeepSeek, la piattaforma open-source che sta riscrivendo le regole del gioco. Lee Kai-fu, ex capo di Google China e fondatore di 01.AI, ha deciso di puntare tutto su DeepSeek, abbandonando lo sviluppo di modelli proprietari per concentrarsi sulla fornitura di soluzioni basate su questa tecnologia. Una mossa che non solo mette in discussione la sostenibilità dei modelli chiusi, ma lancia anche una sfida diretta a OpenAI e al suo business basato su abbonamenti a ChatGPT.

Mentre Donald Trump continua a blindare l’economia americana con dazi e protezionismo, Pechino gioca la carta opposta: aprire nuovi settori agli investitori internazionali e mostrarsi come il faro della globalizzazione economica. Il premier cinese Li Qiang ha inviato un messaggio chiaro ai vertici del business mondiale riuniti al China Development Forum: la Cina è aperta, pronta ad accogliere capitali stranieri e determinata a essere il motore della crescita globale.
Se l’America di Trump si avvita su se stessa con barriere commerciali, la Cina si propone come l’alternativa logica per chi vuole fare affari senza i vincoli del protezionismo. Ma dietro questa apparente apertura, si nasconde una mossa calcolata: Pechino sa bene che la sua economia è sotto pressione e che il capitale straniero può essere la chiave per sostenere il proprio sviluppo.

Cloudflare ha lanciato AI Labyrinth, un’arma strategica per combattere i bot che raschiano il web senza permesso per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Invece di limitarsi a bloccarli, AI Labyrinth li intrappola in un dedalo di link che li conduce a pagine generate dall’AI, rallentandoli, confondendoli e sprecando le loro risorse. Una trappola digitale che trasforma l’eterna lotta contro il web scraping in un gioco al massacro per i bot non autorizzati.

Tencent ha lanciato Hunyuan T1, un modello di intelligenza artificiale che sfida direttamente DeepSeek-R1 sia in termini di prestazioni che di pricing. Il colosso cinese del tech ha presentato questa novità dopo una fase di test in beta, dimostrando che il modello è in grado di competere con i migliori sistemi di ragionamento esistenti, inclusi quelli di OpenAI.
Il punteggio di 87,2 ottenuto da T1 nel benchmark MMLU Pro, che misura la conoscenza dei modelli di AI, ha superato DeepSeek-R1 (84 punti), ma resta inferiore a OpenAI o1 (89,3 punti). Anche nei test matematici e linguistici, il modello ha dimostrato un livello competitivo: nell’AIME 2024 ha raggiunto 78,2 punti, poco sotto i 79,8 di R1 e i 79,2 di o1. Per quanto riguarda la lingua cinese, T1 ha eguagliato DeepSeek con 91,8 punti nel test C-Eval, superando OpenAI (87,8).

Tencent ha chiuso il quarto trimestre del 2024 con risultati ben oltre le attese, spinta dalla crescita dell’intelligenza artificiale e dal settore gaming. I ricavi sono aumentati dell’11% su base annua, raggiungendo i 172,44 miliardi di yuan (23,8 miliardi di dollari), superando le previsioni degli analisti di 168,95 miliardi. L’utile netto attribuibile agli azionisti ha segnato un impressionante +90%, attestandosi a 51,32 miliardi di yuan.

“La questione se un computer possa pensare non è più interessante della questione se un sottomarino possa nuotare”. Edsger Wybe Dijkstra ha distillato, con la spietata lucidità che solo i grandi logici possiedono, l’essenza della nostra attuale ossessione per l’intelligenza artificiale. Essa non è pensiero, ma simulazione di pensiero, non è coscienza, ma emulazione di ciò che una coscienza farebbe se ne avesse una. L’AI non riproduce la mente umana, piuttosto ne riformula il senso, la necessità, il fine.

Eric Xu Zhijun, vicepresidente di Huawei, aveva affermato a marzo, davanti a centinaia di giornalisti e analisti, che il ritorno della compagnia nel mercato degli smartphone 5G era impossibile senza l’approvazione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Ma alla fine di agosto, Huawei ha smentito sé stessa e il mondo intero con il lancio a sorpresa del Mate 60 Pro, dotato di un processore avanzato sviluppato in Cina, sotto embargo tecnologico statunitense.
L’evento non è stato solo un trionfo commerciale, ma anche un atto politico. Il lancio del Mate 60 Pro è avvenuto in coincidenza con la visita in Cina della Segretaria al Commercio USA, Gina Raimondo, un tempismo che non può essere casuale. La domanda chiave per Washington è: come ha fatto Huawei a superare le restrizioni imposte dall’amministrazione americana, che miravano a soffocare la sua capacità di produrre chip avanzati?
La risposta sembra essere il Kirin 9000s, il processore sviluppato da HiSilicon, la divisione di Huawei dedicata ai semiconduttori. Un’analisi indipendente ha rivelato che il chip è stato probabilmente prodotto da SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corp), il principale produttore cinese di semiconduttori, anch’esso sotto sanzioni statunitensi. Questo ha scatenato un’ondata di speculazioni, mettendo in dubbio l’efficacia del blocco tecnologico imposto dagli USA.
Google ha recentemente introdotto una funzione rivoluzionaria nella sua app Gemini: le “Audio Overviews”. Questa innovazione consente agli utenti di trasformare documenti, presentazioni e rapporti dettagliati generati dalla funzione “Deep Research” in conversazioni audio in stile podcast, animate da due host AI.
Lanciata inizialmente a settembre nell’app di annotazioni AI NotebookLM, la funzione Audio Overviews ha ricevuto un’accoglienza entusiastica, spingendo Google a estenderla anche agli utenti di Gemini, sia nella versione gratuita che in quella Advanced. Questa espansione permette di convertire non solo documenti e slide, ma anche i rapporti approfonditi generati da Deep Research in discussioni audio coinvolgenti.

L’Intelligenza Artificiale non è più un gioco a senso unico dominato dagli Stati Uniti. La Cina sta colmando rapidamente il gap tecnologico e ora offre modelli AI altamente competitivi a prezzi stracciati. Secondo l’ultima analisi della società di benchmarking Artificial Analysis, il modello DeepSeek-R1 ha raggiunto un punteggio di 60 sull’Artificial Analysis Intelligence Index, piazzandosi al terzo posto mondiale, subito dietro a OpenAI con il suo o1 e o3-mini, rispettivamente a 62 e 66 punti. La vera sorpresa? Il prezzo. DeepSeek-R1 costa quasi 30 volte meno di GPT-4.5, minacciando di rivoluzionare il settore.
Solo un anno fa, l’AI di fascia alta era un affare quasi esclusivamente americano. Oggi, le cose sono cambiate drasticamente. Il mercato cinese sta producendo modelli avanzati a costi ridotti, grazie a strategie di ottimizzazione delle risorse computazionali e a una feroce guerra dei prezzi tra le Big Tech del Dragone. Alibaba, con il suo QwQ-32B, ha piazzato un altro colpo da maestro, posizionandosi al quarto posto nel ranking di intelligenza dei modelli AI, superando rivali come Claude 3.7 Sonnet di Anthropic e Mistral Large 2 di Mistral AI.

Se stai esplorando il mondo dell’Intelligenza Artificiale e cerchi strumenti avanzati di assistenza per la scrittura di testi, questa tabella ti offre un database curato di tool AI, tutti categorizzati e pronti per essere scoperti, con descrizioni e link per iniziare subito!

L’intelligenza artificiale è la grande rivoluzione tecnologica del nostro tempo, ma la sua governance resta un tema aperto e controverso. Durante l’evento organizzato da Seeweb ed EuropIA, l’esperto di affari istituzionali Dario Denni ha sottolineato come l’attenzione normativa dovrebbe essere posta più sui dati che sui sistemi. Un’affermazione che sembra quasi scontata, ma che in realtà tocca il cuore di uno dei problemi più rilevanti del momento: mentre sui dati personali esiste una solida normativa, come il GDPR, e una giurisprudenza consolidata, lo stesso non si può dire per i dati aziendali. Eppure, questi ultimi rappresentano un asset strategico fondamentale, spesso più prezioso di qualsiasi brevetto o proprietà industriale.
Le imprese che affidano i propri dati a sistemi globali di IA devono essere consapevoli di un rischio sottovalutato: la perdita del diritto di sfruttamento esclusivo. I dati, una volta elaborati da un modello IA, possono diventare parte del suo “know-how”, alimentando sistemi che potrebbero non solo imparare da essi, ma anche utilizzarli per generare output che avvantaggiano terze parti. Questo scenario crea un problema di governance enorme, che non può essere ignorato.

L’Europa è a un bivio decisivo: rimanere frammentata e vulnerabile agli interessi esterni oppure accelerare l’integrazione economica per diventare un attore globale. È questo il monito lanciato da Enrico Letta, intervistato da Il Sole 24 Ore, a proposito del suo rapporto sul futuro del mercato unico europeo. L’ex premier italiano avverte che, senza una svolta strutturale, l’UE rischia di restare una colonia economica degli Stati Uniti e di non essere in grado di competere con Cina e altre potenze emergenti.

Palantir Technologies, il colosso americano specializzato in big data e intelligenza artificiale, sta vivendo un momento d’oro. I risultati finanziari del 2024, pubblicati di recente, mostrano una crescita impressionante che non solo consolida la sua posizione nel settore tecnologico, ma la rende anche una delle aziende più ambite in Borsa. Con un titolo che ha registrato un aumento del 144% nel 2024, Palantir si conferma un player di riferimento per chi cerca innovazione e solidità finanziaria.

Scopri i migliori strumenti di Intelligenza Artificiale per lo storytelling nel 2025! Questa pagina presenta tool AI per creare narrazioni, generare sceneggiature e personalizzare contenuti, ideali per autori e storyteller. Esplora le innovazioni che trasformano la narrazione!

Il passo decisivo per dominare il futuro dei chip
La notizia di SoftBank Group che ha deciso di versare ben 6,5 miliardi di dollari in contanti per acquistare Ampere è l’ennesima mossa audace di un conglomerato che non ha mai nascosto la sua ambizione di essere protagonista nella corsa all’intelligenza artificiale. Questo investimento non è solo una cifra impressionante, ma un segnale forte di come SoftBank stia cercando di consolidare la sua posizione nel cuore del futuro tecnologico, ovvero il settore dei chip destinati all’AI, dove la concorrenza si fa ogni giorno più agguerrita.

Nvidia, il gigante tecnologico noto per le sue innovazioni nel campo delle GPU, ha appena aggiunto un nuovo capitolo alla sua espansione nel settore dell’intelligenza artificiale. L’acquisizione di Gretel, una startup che sviluppa soluzioni per la generazione e l’utilizzo di dati sintetici, rappresenta un passo significativo nel suo tentativo di consolidare la propria posizione come fornitore leader di servizi cloud per l’AI generativa. Ma cosa comporta questa mossa per l’ecosistema dell’AI e per i concorrenti di Nvidia?

La Commissione Europea ha lanciato un nuovo attacco a due dei colossi tecnologici più potenti del pianeta, Google e Apple, accusandoli di violare le normative imposte dal Digital Markets Act (DMA), la legge pensata per garantire un mercato digitale più equo e competitivo in Europa. Le accuse, se confermate, potrebbero avere un impatto significativo sulle operazioni di entrambe le aziende, ma anche sulle loro strategie future, in un contesto già teso di sanzioni e sfide legali.

Adobe Summit 2025: Adobe AI Platform guida l’AI per reinventare la Customer Experience Orchestration
Il 18 marzo 2025, Adobe ha segnato un passo importante verso il futuro dell’orchestrazione dell’esperienza del cliente, presentando una serie di innovazioni che uniscono creatività, marketing e intelligenza artificiale.
Questo evento non è solo un altro punto di arrivo per Adobe, ma un vero e proprio punto di svolta in una direzione ben precisa: la personalizzazione di massa attraverso l’AI. Una proposta che promette di cambiare il modo in cui le aziende interagiscono con i clienti, mettendo l’intelligenza artificiale al centro di tutto.

Se stai esplorando il mondo dell’Intelligenza Artificiale e cerchi strumenti avanzati per la modifica audio, questa tabella ti offre un database curato di tool AI, tutti categorizzati e pronti per essere scoperti, con descrizioni e link per iniziare subito!

Nel panorama tecnologico odierno, l’intelligenza artificiale (IA) rappresenta la frontiera dell’innovazione, richiedendo infrastrutture sempre più potenti ed efficienti. In questo contesto, Nvidia e xAI hanno deciso di unirsi a un consorzio globale, affiancando giganti come Microsoft e BlackRock, con l’obiettivo di sviluppare infrastrutture all’avanguardia per l’IA.
Il consorzio, denominato AI Infrastructure Partnership, prevede un investimento iniziale di oltre 30 miliardi di dollari in progetti legati all’IA, focalizzandosi sulla realizzazione di data center e strutture energetiche capaci di supportare applicazioni avanzate come ChatGPT. Questa iniziativa rappresenta uno degli sforzi più significativi per finanziare le infrastrutture necessarie a sostenere la crescente domanda di potenza computazionale nel settore dell’IA.

Walmart ha recentemente introdotto “Wally“, un assistente basato su intelligenza artificiale generativa, progettato per rivoluzionare le operazioni interne dei suoi commercianti. Questo strumento avanzato consente ai team di merchandising di analizzare rapidamente enormi quantità di dati di vendita, facilitando decisioni informate su selezione dei prodotti e strategie di prezzo. Grazie a Wally, il tempo dedicato all’analisi manuale dei dati è stato drasticamente ridotto da ore a pochi secondi, permettendo ai commercianti di rispondere più agilmente alle mutevoli esigenze del mercato.
La genesi di Wally risiede nella necessità di affrontare le sfide tradizionali del merchandising. Storicamente, i commercianti di Walmart erano intrappolati in un ciclo infinito di fogli di calcolo e report manuali, analizzando modelli di vendita regionali e metriche delle performance dei brand. Questo processo laborioso consumava ore di tempo prezioso. Wally, con la sua interfaccia chat sofisticata, comprende il gergo retail complesso e accede istantaneamente ai vasti archivi di dati di Walmart, eliminando la necessità di analisi manuali estenuanti.

Google non è mai stato timido nel mostrare il suo potere di mercato, ma l’operazione per acquisire Wiz per 32 miliardi di dollari è una delle dimostrazioni più eclatanti della sua capacità di comprare quello che gli serve. Un acquisto che, a prima vista, sembra il classico esempio di un gigante della tecnologia disposto a pagare qualsiasi cifra pur di mantenere la sua posizione dominante. Eppure, dietro questa transazione, c’è una strategia che merita una riflessione più approfondita.

Nvidia è diventata una macchina da soldi, macinando 2.300 dollari di profitto al secondo grazie al boom dell’intelligenza artificiale. Se fino a pochi anni fa era il re indiscusso del gaming, oggi il suo business dei data center è talmente gigantesco che persino il reparto networking genera più ricavi delle GPU da gioco. Il messaggio è chiaro: chiunque voglia essere rilevante nell’AI deve passare per Nvidia.
E per mantenere il dominio assoluto, il colosso di Jensen Huang ha annunciato una nuova ondata di GPU AI destinate a cementare il suo vantaggio competitivo: Blackwell Ultra GB300 entro fine 2025, Vera Rubin nel 2026 e Rubin Ultra nel 2027. La roadmap è stata aggiornata al GDC 2025, e mentre i dettagli tecnici si accumulano, il punto essenziale è uno: Nvidia sta costruendo un’infrastruttura AI che sarà il cuore pulsante della prossima rivoluzione tecnologica.