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Vaticano contro il mondo: le tecnologie israeliane e cinesi per blindare il conclave

Nel piccolo e densamente sorvegliato regno della Santa Sede, il futuro del papato si gioca anche su un terreno molto meno spirituale: quello delle tecnologie di sorveglianza, contro-sorveglianza e guerra elettronica. E se da secoli il conclave è teatro di preghiere, voti segreti e fumate, oggi è anche un laboratorio avanzato di tecnocontrollo. Ma dietro il silenzio vaticano c’è un retroscena geopolitico molto più interessante: per difendersi dai droni, dalle AI di analisi video e dal rischio di leak digitali, il Vaticano si affida a due potenze rivali del mondo tecnologico. Cina e Israele. Ecco il punto.

Le tecnologie israeliane sono probabilmente le più sofisticate tra quelle adottate. Sistemi di RF jamming prodotti da aziende come NSO Group, Rafael e Elbit Systems sono stati segnalati da insider della sicurezza vaticana in collaborazione con contractor europei. Si tratta di soluzioni capaci non solo di bloccare i segnali GPS, WiFi e Bluetooth in zone selezionate, ma anche di identificare e neutralizzare dispositivi non autorizzati basati su radiofrequenza in tempo reale. In pratica, se un drone si avvicina anche solo per errore, viene disorientato e neutralizzato prima che possa inquadrare qualcosa. Stessa sorte per microcamere o microfoni piazzati da insider (e non illudiamoci: il rischio viene considerato reale anche tra i cardinali).

Chi sarà il prossimo vicario di Cristo? Il conclave del 7 maggio dopo la morte di Papa Francesco tra ipocrisie, giochi di potere e aspiranti pontefici

“Un velo di tristezza ci pervade per la morte del caro papa Francesco, ma dal mondo sale un inno di ringraziamento a Dio per il dono di questo successore di Pietro, che ci ha guidati a riscoprire una Chiesa impegnata nel Vangelo della gioia e della misericordia, in cammino tra le strade del mondo e attenta al grido dell’umanità”. Accogliendo l’invito del Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, le Chiese in Italia pregano per Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile alle 7.35.

Nel raffinato teatro dell’elezione papale, la massima più sussurrata nei corridoi vaticani è anche la più crudele: Chi entra papa in conclave ne esce cardinale.” Il conclave non è un talk show spirituale, non è un talent ecclesiale. È, almeno in teoria, l’ultimo baluardo di un potere che si pretende sacro, ispirato direttamente dallo Spirito Santo. In pratica? È un ibrido di diplomazia, tradizione, lobbying clericale e un pizzico di marketing morale.

Il funerale di Papa Francesco, morto a 88 anni, non solo chiude un’epoca quella di un pontefice che ha tentato di riformare la Chiesa a colpi di misericordia, piedi sporchi e periferie ma apre la porta alla più spietata partita a scacchi spirituale del pianeta. Chi siederà sul trono di Pietro? Nonostante la narrazione da santuario, c’è già la fila, e il campo è ben affollato. Rivista.AI lo ha chiesto a Divine Algorythm.

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