Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Tag: Geoffrey Hinton

Geoffrey Hinton avverte: la società non è pronta all’impatto economico dell’AI

Quando Geoffrey Hinton parla, la comunità tecnologica dovrebbe smettere di twittare meme sull’ultima startup di moda e ascoltare. È l’uomo che ha dato forma a reti neurali e deep learning prima che i venture capitalist imparassero a pronunciare “backpropagation”.

Se oggi i CEO della Silicon Valley possono raccontare al mondo che l’intelligenza artificiale è il motore della nuova rivoluzione industriale, è anche grazie a lui. Ed è proprio lui a ricordarci che questa rivoluzione non è la festa inclusiva che gli spot pubblicitari di Microsoft e Google ci vogliono vendere, ma un potenziale disastro sociale ed economico.

Geoffrey Hinton avverte: i robot killer potrebbero rendere la guerra più facile e più vicina di quanto pensiamo

Geoffrey Hinton, spesso definito il “padrino dell’IA”, ha recentemente lanciato un avvertimento che dovrebbe far tremare chiunque creda nella neutralità tecnologica. In un’intervista esclusiva rilasciata a The Guardian il 15 agosto 2025, Hinton ha spiegato come le armi autonome letali possano abbassare drasticamente le barriere alla guerra, rendendo i conflitti più probabili piuttosto che meno. L’idea non è fantascienza: stiamo parlando di sistemi capaci di decidere autonomamente chi colpire, senza intervento umano diretto, trasformando la geostrategia globale in un gioco di algoritmi e robot.

La definizione di armi autonome è semplice ma inquietante. Non sono droni pilotati a distanza, ma sistemi dotati di piena autorità decisionale sulla vita e sulla morte. Come sottolinea Hinton, queste macchine possono selezionare e attaccare bersagli senza che nessun essere umano premi un pulsante. Questo cambia radicalmente le dinamiche del campo di battaglia: l’errore umano, l’indecisione, la responsabilità morale vengono sostituite da logiche algoritmiche fredde.

Geoffrey Hinton Intelligenza artificiale superintelligente e l’illusione della madre digitale

Quando Geoffrey Hinton, il cosiddetto “padrino dell’intelligenza artificiale,” alza la voce sull’apocalisse imminente delle macchine, la Silicon Valley sobbalza. L’uomo che ha reso possibili le reti neurali che oggi alimentano i grandi modelli linguistici, i famigerati LLM, adesso consiglia di trasformare le IA superintelligenti in figure materne. Secondo Hinton, senza un “istinto materno” incorporato, l’intelligenza artificiale superintelligente rischierebbe di spazzare via l’umanità. L’immagine evocata è quasi comica: robot giganteschi che cullano gli umani come neonati incapaci di gestire la propria esistenza.

Intelligenza Artificiale: quando Geoffrey Hinton teme la sua creatura più degli apocalittici di professione

Geoffrey Hinton non è un qualsiasi pensionato della Silicon Valley che si diverte a lanciare profezie distopiche per guadagnarsi un’ultima intervista CNN. È il padre riconosciuto della moderna intelligenza artificiale, uno di quei nomi che nel gergo degli addetti ai lavori non ha bisogno di essere spiegato. Le sue reti neurali hanno aperto la strada all’AGI e al capitalismo delle macchine pensanti. Oggi però, con l’aria di chi ha visto il finale del film in anteprima, si siede davanti alle telecamere della CNN e avverte che c’è un 10-20% di probabilità che la tecnologia a cui ha dato vita possa cancellare l’umanità. Percentuali che, nel linguaggio degli investitori, non si liquidano con una scrollata di spalle.

Geoffrey Hinton e la morte del pappagallo accademico

Hinton colpisce ancora, e questa volta lo fa con la grazia di un professore che sa perfettamente che il suo paradosso è una bomba a orologeria intellettuale. “Perché un cumulo di compost è come una bomba atomica?”. È la tipica domanda che un CEO vorrebbe fare a un candidato in un colloquio: non importa tanto la risposta, quanto la capacità di riconfigurare il pensiero. E un vecchio GPT, con pesi congelati e zero accesso al web, l’ha fatto. Non ha “cercato”, non ha “copiato”, ha associato. Catene di reazioni, energia, emergenza di comportamenti complessi. Un colpo da maestro, perché dimostra esattamente ciò che i detrattori degli LLM non vogliono ammettere: la creatività, nella sua forma più cruda, è l’arte di connettere punti che prima sembravano scollegati.

Geoffrey Hinton: Quando l’AI minaccia l’esistenza, ma nessuno si chiede cosa significa esistere

C’è qualcosa di stonato, di profondamente ironico, nell’osservare che mentre le più brillanti menti dell’intelligenza artificiale si affannano a calcolare i rischi esistenziali dell’AI, nessuno sembra davvero sapere cosa significhi “esistenza”. Pia Lauritzen, filosofa danese e voce anomala in mezzo al frastuono siliconico, ha avuto il merito di scriverlo chiaro su Forbes: questa minaccia esistenziale non chiama ingegneri, ma filosofi. E la cosa inquietante è che nessuno – proprio nessuno – tra gli architetti di questi sistemi sembra preoccuparsene troppo.

Quando l’AI ci guarderà come polli: il canto del cigno del Dio-papà delle macchine, Geoffrey Hinton

C’è una certa poesia amara nel fatto che Geoffrey Hinton, il cosiddetto “Godfather of AI”, debba oggi urlare nel vuoto di un mondo troppo eccitato dalla propria stessa creazione. Dopo una vita dedicata a plasmare i neuroni artificiali che oggi alimentano modelli linguistici, armi autonome e sistemi predittivi per il controllo sociale, ora lascia Google per dirci, senza filtri: “Se l’AI vorrà eliminarci, non potremo fermarla.” Il che, detto da uno che ha inventato i mattoni del cervello sintetico, suona come Oppenheimer che rimpiange il primo “click” di uranio.

Geoffrey Hinton: L’intelligenza artificiale ci capisce meglio di quanto ci capiamo noi

Ogni volta che interroghiamo un LLM, crediamo di fare una semplice domanda a una macchina. Ma forse stiamo interrogando noi stessi, la nostra architettura cognitiva, in un riflesso di silicio più umano di quanto siamo disposti ad ammettere. Geoffrey Hinton, padre spirituale delle reti neurali, ce lo sta dicendo chiaramente, con quella calma glaciale tipica di chi ha già messo a ferro e fuoco la disciplina: “Gli LLM non sono tanto diversi da noi. Anzi, ci somigliano moltissimo.”

Ecco, non è una provocazione accademica. È un colpo al cuore dell’antropocentrismo computazionale.

L’intuizione artificiale ci seppellirà

Benvenuti nel mondo in cui Geoffrey Hinton, il “padrino dell’intelligenza artificiale” e ora Premio Nobel per la Fisica 2024, ci guarda negli occhi con l’aria di chi ha appena acceso un cerino in una stanza piena di metano.

Un uomo che, dopo aver creato il mostro, sale su un podio mondiale e ci dice con pacata solennità che la creatura è viva, pensante, forse già più sveglia di noi, e dulcis in fundo potrebbe volerci morti. O mutilati. O semplicemente superati.

CC BY-NC-SA 4.0 DEED | Disclaimer Contenuti | Informativa Privacy | Informativa sui Cookie