Sembrava l’astro nascente dell’AI cinese, il modello di ragionamento che avrebbe ridefinito l’ottimizzazione dei parametri, l’efficienza computazionale e magari anche l’orgoglio nazionale sotto embargo tecnologico. E invece DeepSeek-R1, la star di Hangzhou, ha iniziato a perdere colpi. La quota di utilizzo sulla piattaforma Poe è precipitata dal 7% di febbraio al misero 3% ad aprile. Un crollo verticale degno di una startup fintech senza licenza bancaria, e non del presunto miracolo algoritmico made in China.

Per chi non fosse familiare con Poe, si tratta della piattaforma AI di Quora, dove gli utenti possono scambiare messaggi con diversi modelli linguistici. Una vetrina piuttosto trasparente sulle dinamiche di adozione reale, molto più sincera dei comunicati stampa pieni di grafici colorati e acronimi fuffosi. E i numeri parlano chiaro: oggi DeepSeek è solo il terzo modello di ragionamento più usato, dopo Gemini 2.5 Pro di Google e Claude 3.7 Sonnet di Anthropic. Il primo prende il 31,5% delle query, il secondo il 19,1%. DeepSeek-R1? Si ferma al 12,2%. Gli altri modelli della casa, tipo il tanto decantato V3, nemmeno pervenuti nella top five. Spariti come un white paper durante un audit.