Ci sono domande che pesano come macigni: dove finiscono le persone che scompaiono nel nulla? Non parliamo di romanzi gialli, ma di migliaia di vite dissolte in guerre civili, narcotraffico, regimi autoritari e persino nelle pieghe della nostra società iperconnessa. Jorge Ruiz Reyes dell’Università di Oxford, Derek Congram della Simon Fraser University, Renée A. Sirbu del Digital Ethics Center di Yale e Luciano Floridi, il filosofo digitale oggi a Bologna, hanno pubblicato una ricerca che, senza mezzi termini, cambia le regole del gioco. Hanno coniato un nome elegante, “data-based disappearance analysis”, che tradotto suona come: proviamo a usare le macchine per scoprire dove i corpi spariscono e chi li ha fatti sparire. Un mix di statistica, geografia computazionale e intelligenza artificiale che promette di rivoluzionare un campo dove troppo spesso l’unico metodo è la pala e la testimonianza disperata di un familiare.