Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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NAM 2025 Stefano Epifani: Etica dell’intelligenza artificiale, ovvero il nuovo volto della propaganda tecnologica

E’ stato un piacere e un onore ascoltare Stefano Epifani. President DIGITAL TRANSFORMATION INSTITUTE al Nam 2025. Un lampo, un tuono ha squarciato l’apertura del convegno organizzato da NAMEX al Gasometro.

Quando qualcuno oggi parla di “etica dell’intelligenza artificiale”, raramente si riferisce all’etica. È più facile che stia facendo marketing, PR o damage control. Perché l’etica quella vera, non quella da policy framework aziendale è una cosa sporca, scomoda, lenta e spesso irricevibile nei board meeting. L’etica, per sua natura, spacca i consensi, apre i conflitti e sabota la narrativa del progresso inarrestabile. È ciò che rende una decisione tecnologica politica, cioè carica di valori, visioni del mondo e rapporti di forza. Ed è proprio questo che molti oggi preferirebbero ignorare.

NAM 2025 Stefano Quintarelli: Quando la ricchezza evapora: come l’economia immateriale ci sta dissanguando senza che ce ne accorgiamo

A Roma, tra la placida eleganza barocca di palazzi e la tensione strisciante del futuro digitale, il keynote di Stefano Quintarelli al Namex 2025 ha fatto più rumore di quanto ci si aspettasse. Sotto la superficie rassicurante della retorica mainstream sul digitale come panacea universale, Quintarelli ha smontato pezzo dopo pezzo la narrazione dominante. E ciò che ne emerge è un paradosso: stiamo guadagnando valore, ma ne beneficiamo sempre meno. In fondo, è la stessa logica con cui si può morire di sete su una zattera in mezzo all’oceano.

Partiamo dai numeri, quelli veri. Quintarelli, con l’ostinazione di un filosofo prestato all’ingegneria e il rigore di un contabile, ha citato dati ufficiali del Bureau of Economic Analysis statunitense: se si includono i servizi nel calcolo della bilancia commerciale, e si aggiusta il tutto per l’inflazione – magari usando il 2007, l’anno dell’iPhone, come spartiacque simbolico – il famigerato deficit commerciale USA smette di sembrare una voragine apocalittica. Anzi, è sorprendentemente stabile. Le esportazioni crescono, le importazioni pure. Ma non c’è alcun abisso in allargamento. E allora perché tutti urlano alla fine del mondo?

Gazometro ribolle: NAM 2025 e NAMEX riscrivono la mappa digitale italiana

Al Gazometro, ex impianto industriale rigenerato nel quartiere Ostiense — non certo tra i marmi del Campidoglio — il 11 giugno 2025 si è celebrato il Namex Annual Meeting, meglio noto come NAM 2025: un’accensione di infrastrutture silenziose e cifrate, una celebrazione pragmatica della rete sotto la cupola storica di Roma

Ogni tanto, persino nel futuro si inciampa. Mentre tutti si affannano a raccontare la prossima grande innovazione, il prossimo pivot, la roadmap a 18 mesi (che nessuno rispetterà), c’è qualcuno che accende un piccolo riflettore storto su ciò che è stato. Non per nostalgia, ma per legittimità. Perché il presente non nasce mai da zero. E se non riconosci chi ha acceso la miccia, come Namex finisci per raccontare una favola storta l’ennesima.

Le cifre non mentono. Superati 1 terabit per secondo di traffico già a gennaio 2025, e picchi di 1,122 Tbps toccati durante una partita Atletico–Real Madrid trasmessa da Prime Video a marzo. Un balzo in avanti che racconta molto più di numeri: è l’autorevolezza infrastrutturale che si afferma, mentre il cuore silenzioso della rete scorre sotto Roma.

Nam 2025 Namex Roma aggancia la rete globale: il nodo EXA nel data center di Aruba è la nuova spina dorsale del Mediterraneo

Roma non è più solo la capitale d’Italia, ma si candida ad essere il cuore pulsante della connettività digitale del Mediterraneo. Non è un’iperbole, è un cavo in fibra da 400 Gbps. Quando EXA Infrastructure ha annunciato, durante il NAM 2025 di Namex, il nuovo Point of Presence (PoP) all’interno del campus Aruba IT4, in molti hanno annuito distrattamente. Ma chi conosce davvero l’infrastruttura digitale ha capito: questo non è solo un aggiornamento tecnico. È una dichiarazione geopolitica travestita da specifica di rete.

Internet senza confini? Oltre la rivoluzione silenziosa della rete globale NAM2025 by Namex

C’è qualcosa di straordinario che sta accadendo sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste. Non lo vediamo, ma ci avvolge ogni giorno. È l’evoluzione dell’Internet, un ecosistema che da sogno accademico è diventato infrastruttura critica della civiltà contemporanea. Non più solo strumento, ma vero e proprio tessuto connettivo dell’umanità. E NAM2025, il summit in programma l’11 giugno a Roma, nasce proprio per fare luce su questa trasformazione epocale, dove intelligenza artificiale, geopolitica, spazio e cavi sottomarini si intrecciano in uno scenario tanto complesso quanto affascinante.

Roma capitale del bit: il data center come nuova architettura del potere digitale

È lì, tra l’asfalto cocente dell’est di Roma e le ciminiere della nostalgia industriale del Tecnopolo Tiburtino, che prende forma il nuovo epicentro della sovranità digitale italiana: Hyper Cloud Data Center. Settantiquattromila metri quadri, cinque data center indipendenti, trenta megawatt di potenza IT. Non è una metafora, è cemento, silicio e fibra. È l’iperbole fisica di un’infrastruttura pensata per ospitare tutto: PMI, hyperscaler, enti pubblici e, volendo, anche l’inconscio algoritmico nazionale. Altro che palazzi ministeriali: il potere oggi si misura in megabit.

Se Google è l’oracolo e l’AI il nuovo profeta, allora i data center sono le cattedrali moderne. Ma a differenza delle basiliche, qui non si prega: si processano dati, si ospitano intelligenze, si alimentano economie. Il campus di Aruba è molto più di un cluster tecnologico: è una dichiarazione di ambizione. Non solo per Roma, ma per l’intero assetto geopolitico delle telecomunicazioni italiane.

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