Nel 2025 sviluppare intelligenza artificiale senza una strategia cloud ottimizzata è un po’ come voler costruire un reattore nucleare nel garage. Si può anche provarci, ma tra latenza, costi e hardware obsoleto, il risultato sarà più simile a un tostapane esplosivo. Per chi gioca sul serio, il cloud non è una scelta, è l’ossigeno. E in questa arena di colossi, Oracle Cloud Infrastructure si sta scrollando di dosso l’etichetta da outsider e sta iniziando a mordere davvero. Non perché lo dica Oracle. Ma perché i numeri lo urlano.
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In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta riscrivendo non solo i codici del business, ma anche quelli normativi, la parola d’ordine non può più essere solo innovazione. Serve governance. E serve rigore. Oracle Italia, sotto la guida di Carlota Alvarez Pedreira, ha capito che “AI trusted by design” non è uno slogan da conferenza ma un modello operativo indispensabile.
La sfida non è più soltanto chi sviluppa l’algoritmo più avanzato, ma chi riesce a governare in modo trasparente, sicuro e conforme a leggi sempre più stringenti.Il contesto normativo europeo è un labirinto fatto di GDPR, AI Act in divenire, Digital Services Act e normative specifiche per settori come finanza e sanità.