Benvenuti nell’era in cui la paranoia non è più una patologia ma un modello di business. Chi dice che la sorveglianza è roba da NSA o da romanzi di John le Carré, non ha ancora incontrato OSINT (Open Source Intelligence) potenziata dall’intelligenza artificiale. E no, non serve un trench beige o occhiali Ray-Ban a specchio. Bastano una connessione decente e un’idea maliziosa.
OSINT è l’arte molto poco segreta di raccogliere dati pubblicamente accessibili: tweet, foto su Instagram, documenti PDF dimenticati nei server scollegati, indirizzi IP, file audio. L’informazione che galleggia sulla superficie visibile del web è sorprendentemente generosa, anche senza bucare niente. La differenza tra un curioso e uno stratega è l’intelligenza artificiale: da sola, OSINT è una caccia al tesoro; con l’AI, è Google con il potere di Sherlock Holmes post-millennial.