Quando Palantir Technologies chiude un accordo da 10 miliardi di dollari con l’esercito statunitense, non sta vendendo solo software. Sta vendendo visione, dominio cognitivo e l’illusione di una guerra algoritmica vinta prima ancora di essere combattuta. Questa non è una semplice commessa: è l’incoronazione. Il Dipartimento della Difesa ha appena reso Palantir il suo oracolo ufficiale, il suo motore di decisione, la sua lente analitica sul caos del mondo moderno.

La notizia, riportata anche dal Washington Post con enfasi degna di una vittoria elettorale, è chiara: un contratto quadro da 10 miliardi di dollari, potenzialmente valido per i prossimi dieci anni. Unificati sotto un’unica architettura 75 contratti sparsi, 15 principali e 60 correlati, come un esercito disordinato riunito finalmente sotto un’unica bandiera. L’obiettivo dichiarato? Ridurre i tempi di approvvigionamento, offrire accesso rapido agli strumenti di analisi, intelligenza artificiale e integrazione dati. L’obiettivo reale? Molto più ambizioso: riscrivere le regole del potere operativo.