Immaginate di essere un CEO europeo con un prodotto di intelligenza artificiale che fa gola agli investitori. Poi, un bel giorno, un tribunale decide che il vostro algoritmo è responsabile di un danno. Non voi. Non l’azienda. Lui, l’algoritmo. Sembra fantascienza? Non più. Perché la Responsabilità Civile Intelligenza Artificiale sta diventando il vero campo di battaglia geopolitico, e l’Unione Europea ha appena piazzato la prima mina. Chi non l’ha ancora capito, si prepari a una lezione dolorosa.

Il Dipartimento tematico Giustizia, Libertà civili e Affari istituzionali del Parlamento europeo ha commissionato uno studio esplosivo, che consiglio a chiunque faccia business nell’AI di leggere e stampare come fosse un manuale di sopravvivenza legale: Artificial Intelligence and Civil Liability. Qui non si parla solo di responsabilità in astratto, ma di un approccio che ribalta le regole del gioco: chi sviluppa o implementa un sistema AI potrebbe presto trovarsi nella posizione di dover dimostrare la propria innocenza, e non più il contrario. Un capovolgimento giuridico che ricorda le peggiori distopie burocratiche, ma con un retrogusto molto reale: se l’AI sbaglia, il colpevole è chi l’ha messa in circolazione, punto.