Cosa hanno in comune le ragazze ritratte nella foto di copertina? Sono tutte avatar digitali, generate utilizzando l’Intelligenza Artificiale. L’ascesa di queste influencer virtuali potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nell’economia dei creator da 21 miliardi di dollari, potendo offrire un’alternativa ai brand. Non è un caso che aziende come Prada, Bmw, Samsung, Lanvin, KArl Lagerfeld e molte altre, abbiano già iniziato ad usare degli avatar creati dall’AI per le proprie campagne social.

Anche prima dell’arrivo di Dall-E e Midjourney, i modelli virtuali stavano già guadagnando terreno, ma ora quello che si sta delineando è una vera e propria rivoluzione per come i brand potrebbero utilizzare i creator digitali per le proprie strategie social e, molto probabilmemte, nel corso del 2024 assisteremo ad un significativo sviluppo e ad un consolidamento di questo nuovo segmento di marketing.

Aitana López@fit_aitana ) non è una modella ordinaria, ma una creatrice di contenuti virtuali generati dall’intelligenza artificiale. Si descrive come un’appassionata di fitness e videogiochi, ha oltre 250.000 follower su Instagram e vanta collaborazioni con marchi come Victoria’s Secret e la linea di prodotti per capelli Olaplex.

Secondo Rubén Cruz e Diana Núñez – fondatori dell’agenzia The Clueless che ha creato Aitana – le persone non riescono proprio a credere che Aitana sia un personaggio virtuale, tant’è che riceve circa 300 messaggi ogni giorno da persone che vogliono conoscerla.

Lil Miquela@lilmiquela ), una ragazza di 19 anni creata dall’agenzia Brud di Los Angeles. Ha 2,6 milioni di follower su Instagram ed è apparsa in pubblicità per aziende di lusso come Prada e BMW.

Alba Renai@albarenai ) è una creator di 24 anni, di Madrid, con una passione per i viaggi, la decorazione d’interni e la moda. Ha anche preso parte al gala dei GenZ Awards, organizzato da Mediaset España per premiare i migliori creator di contenuti. Alba ha però una particolarità: non è una persona in carne e ossa, ma puramente digitale, un influencer virtuale generato dall’intelligenza artificiale.

Shudu ( @shudu.gram ) è una supermodel virtuale con oltre 240 mila follower su Instagram e collaborazioni con 20th Century, Karl Lagerfeld e Lanvin.

Milla Sofia ( @millasofiafin ) è un’influencer finlandese di 24 anni, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri che sta prendendo d’assalto Instagram dove pubblica immagini di se stessa mentre prende il sole a Santorini o in tuta da snowboard in Lapponia. Conta 134 mila follower e a leggere i commenti sembra che in molti non si rendano conto che sia una creazione dell’AI.

L’ascesa delle influencer virtuali generate dall’intelligenza artificiale apre quindi da un lato nuovi orizzonti nell’economia dei creator, sottolineando l’innovazione tecnologica e nuove possibilità per i brand che non riguardano solo un tema di contenimento di costi – un’avatar può virtualmente essere oggi in un posto domani dall’altra parte del mondo senza alcun costo di trasferta – ma anche per una questione più specifica legata a micro e macro targettizzazioni: immaginiamo un AI Influencer il cui stile, linguaggio, espressioni e interessi rispecchiano esattamente quelle di uno specifico segmento di pubblico target. Ed è esattamente quello che i brand possono fare creando più influencer virtuali per ogni nicchia di audience. Questa personalizzazione consentirebbe ai brand di costruire una più stretta connessione con il pubblico dei consumatori aumentando potenzialmente il ROI delle campagne social grazie al lavoro sulle audience di nicchia. Gli avatar virtuali poi possono incarnare esattamente i valori del brand ed essere progettati e costruiti attorno ad essi per rispecchiare esattamente la visione dell’azienda, rafforzandone lo storytelling e creando anche delle interazioni dirette con i follower attraverso sessioni di Q&A o risposte dirette. Cosa che con le persone, che prestano il proprio volto a più brand e a più collaborazioni commerciali, non è possibile. Senza contare che gli influencer virtuali creati per un singolo brand rispecchierebbero l’immagine e i valori del brand in modalità 24/7, minimizzando i rischi di eventuali danni di immagine o di reputazione come stiamo vedendo in Italia proprio in questi giorni.

I brand potrebbero inoltre utilizzare lo stesso avatar virtuale su più mercati, potendo questo, grazie all’AI, parlare più lingue e gestire quindi conversazioni in diversi Paesi contemporaneamente.

E’ indubbio quindi che il 2024 potrebbe quindi vedere uno sviluppo significativo di questo nuovo segmento di marketing, con l’auspicio che gli sviluppatori e i brand considerino in queste nuove attività, l’impatto sociale delle loro creazioni e lavorino per promuovere una rappresentazione più equa e autentica nel mondo digitale.