Il confronto tra DeepSeek e OpenAI nel contesto dell’intelligenza artificiale può essere interpretato attraverso la lente storica e filosofica della crisi della fisica del XX secolo, un parallelo che richiama la tensione tra modelli consolidati e nuove prospettive.
Se la fisica classica aveva costruito un edificio apparentemente solido fino all’inizio del Novecento, la relatività e la meccanica quantistica ne hanno scardinato i principi fondamentali, portando a una crisi epistemologica che ancora oggi si cerca di risolvere. Analogamente, il monopolio occidentale sulle IA avanzate, incarnato da OpenAI, si trova ora di fronte alla sfida di nuovi attori come DeepSeek, espressione della crescente capacità tecnologica cinese.
Karl Marx ha analizzato il rapporto tra scienza, tecnologia e rapporti di produzione, sottolineando come le rivoluzioni tecnologiche non siano mai avulse dalle strutture economiche e sociali. La macchina a vapore e l’industrializzazione non furono semplicemente scoperte scientifiche, ma il risultato di un intreccio tra esigenze produttive, accumulazione del capitale e dominio imperiale. Analogamente, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale non è soltanto una questione di algoritmi e potenza di calcolo, ma è strettamente legata a chi controlla i dati, l’infrastruttura e le politiche economiche globali.
OpenAI si è sviluppata nel contesto di un monopolio occidentale sulle tecnologie avanzate, supportato da finanziamenti miliardari e una stretta sinergia con il settore privato. Proprio come la fisica classica sembrava destinata a fornire una descrizione completa della realtà, OpenAI ha perseguito un modello in cui l’IA si evolve all’interno di un ecosistema chiuso e centralizzato, con accesso esclusivo alle risorse computazionali più avanzate.
Tuttavia, questa posizione dominante presenta delle contraddizioni: la scienza, secondo il principio popperiano della falsificabilità, deve essere aperta alla critica e alla revisione, ma l’IA sviluppata da OpenAI rimane, di fatto, proprietaria e limitata nel suo accesso alla comunità scientifica.
L’ingresso di DeepSeek nel panorama delle IA generative rappresenta un’analogia con la crisi della fisica moderna. Se OpenAI ha costruito un modello che ricalca le teorie fisiche consolidate, DeepSeek emerge come una perturbazione capace di alterare l’equilibrio, proprio come la meccanica quantistica ha sfidato il determinismo della fisica classica.
La Cina, con la sua strategia di sviluppo tecnologico indipendente, sta proponendo un’alternativa sistemica che non è soltanto tecnica, ma anche politica ed economica. La sfida di DeepSeek non è solo nella potenza di calcolo o negli algoritmi, ma nella possibilità di ridisegnare le regole del gioco, sfidando il monopolio occidentale e aprendo a nuove architetture di intelligenza artificiale più decentralizzate.
Nel secolo scorso, la fisica ha affrontato un dilemma apparentemente insolubile: la relatività generale e la meccanica quantistica, entrambe teoricamente solide e sperimentalmente confermate, risultavano incompatibili tra loro.
La relatività generale, sviluppata da Albert Einstein, descrive la gravità come la curvatura dello spazio-tempo causata dalla presenza di massa ed energia. Questa teoria è estremamente precisa per descrivere fenomeni a grande scala, come il movimento dei pianeti o la dinamica delle galassie.
La meccanica quantistica, d’altra parte, descrive il comportamento delle particelle subatomiche a scale estremamente piccole. Essa è basata su principi probabilistici e indeterministici, come il principio di sovrapposizione e l’entanglement, che non trovano corrispondenza nei concetti deterministici della relatività.
Il principale punto di incompatibilità risiede nel fatto che la relatività generale tratta lo spazio-tempo come una struttura continua e fluida, mentre la meccanica quantistica implica che a scale infinitesime, lo spazio-tempo potrebbe essere discreto, con fluttuazioni quantistiche che introducono incertezze fondamentali. Inoltre, la relatività generale predice che la gravità possa causare singolarità, come nei buchi neri, dove le leggi della fisica come le conosciamo si rompono, ma la meccanica quantistica non è in grado di trattare fenomeni così estremi.
Il tentativo di unificare queste due teorie è uno degli obiettivi principali della fisica teorica moderna e ha portato alla ricerca di una “Teoria del Tutto” (come la teoria delle stringhe), che potrebbe fornire una descrizione unificata di tutte le forze fondamentali, inclusa la gravità, in un contesto quantistico. Ma ad oggi, una sintesi completa tra relatività generale e meccanica quantistica non è ancora stata trovata.
Oggi, l’intelligenza artificiale si trova in una situazione analoga. Da un lato, abbiamo modelli centralizzati con gigantesche risorse computazionali e dataset privati, dall’altro emergono approcci più aperti e decentralizzati, potenzialmente capaci di modificare radicalmente l’ecosistema. La domanda cruciale è se il sistema attuale, basato sulla concentrazione di potere e dati in poche mani, sia sostenibile o se l’innovazione porterà a una nuova fase, come accaduto con la crisi della fisica classica.
Nel dibattito sulla fisica del Novecento, l’influenza della politica e del potere economico fu evidente, dalla corsa agli armamenti alla costruzione della bomba atomica, fino all’uso strategico della scienza da parte delle grandi potenze.
Oggi, il confronto tra OpenAI e DeepSeek assume una connotazione geopolitica altrettanto forte. Gli Stati Uniti cercano di mantenere il loro dominio tecnologico, limitando l’accesso della Cina a semiconduttori avanzati e risorse di calcolo, mentre Pechino investe massicciamente in autonomia tecnologica. L’IA, quindi, non è solo una questione scientifica, ma un campo di battaglia per la supremazia globale.
Come nella crisi della fisica, la dialettica tra vecchio e nuovo non si risolve in una semplice evoluzione lineare, ma in una trasformazione profonda delle categorie stesse con cui interpretiamo la realtà.
L’egemonia di OpenAI potrebbe non essere eterna, proprio come la fisica classica ha dovuto cedere il passo a nuove concezioni dello spazio e della materia. DeepSeek potrebbe rappresentare un paradigma emergente, ancora in fase di definizione, ma potenzialmente rivoluzionario. La scienza non è mai neutrale, e l’IA non farà eccezione: la vera sfida sarà comprendere come questi sviluppi influenzeranno il futuro della conoscenza e del potere nel XXI secolo.
Totò e Peppino divisi a Berlino (1962) Immagine di copertina