Nel 2025, secondo il Global Data Center Energy Market Report, i consumi energetici dei data center globali hanno superato i 1.200 TWh, più dell’intera produzione annua di elettricità della Francia. Non male per delle scatole piene di server che, teoricamente, “non si vedono”. E se la traiettoria di crescita dell’intelligenza artificiale continuerà anche solo la metà di quanto previsto, potremmo arrivare al 10% entro il 2030.

Eppure, mentre i colossi tech rincorrono nuove soluzioni di raffreddamento quantistico, immersioni in olio dielettrico e turbine a idrogeno, in Italia c’è chi ha scelto un’altra via: rendere i data center sostenibili dentro il contesto locale, non malgrado esso.

Nel mezzo della giungla energetica e digitale europea, tra blackout annunciati e piani nazionali sulla transizione verde più teorici che operativi, c’è un’anomalia tutta italiana che merita attenzione. Si chiama Seeweb, e sta facendo una cosa che in pochi si aspettano da un’infrastruttura IT: sta rendendo sostenibile, credibile e persino strategica la presenza dei data center sul territorio nazionale.

Sì, in Italia. Non a Stoccolma, non a Lussemburgo, ma a Frosinone. Dove un tempo dominavano le cartiere, oggi nascono server farm certificate ISO 14001, alimentate da fonti rinnovabili, pensate per ridurre al minimo l’impatto ambientale e massimizzare quello economico, tecnologico e sociale. Altro che greenwashing: qui si parla di eco-efficienza concreta, e lo si fa con la testardaggine ingegneristica che serve quando vuoi fare innovazione dentro una rete elettrica che ha ancora gli interruttori analogici in alcune province.

Seeweb non si limita a raccontare l’ESG. Lo implementa in modo chirurgico. Raffreddamento a contenimento termico, ridondanza intelligente per abbattere sprechi, impianti fotovoltaici integrati nell’infrastruttura, partnership locali per economia circolare digitale. È uno di quei rari esempi in cui la sostenibilità non è un orpello di marketing ma una leva competitiva reale, misurabile anche nei bilanci.

E attenzione: qui non si parla di “cloud generico”. Si parla di infrastruttura strategica per il tessuto imprenditoriale italiano. PMI, enti pubblici, startup, fintech, università. Non è un hyperscaler che si occupa di intelligenze artificiali a scala planetaria, ma è un abilitatore di innovazione locale, un moltiplicatore di resilienza digitale per chi lavora ogni giorno nel Paese reale.

La sua forza è proprio questa: essere abbastanza piccolo da adattarsi al contesto, ma abbastanza solido da influenzarlo. Mentre i colossi americani discutono di bilanci in trilioni e di cooling a immersione, Seeweb ottimizza PUE (Power Usage Effectiveness) con un occhio alla bolletta e uno alla coerenza etica. E lo fa in un territorio dove le infrastrutture digitali sono spesso lasciate in fondo alla lista delle priorità politiche.

Il vero punto è che Seeweb sta dimostrando che fare data center sostenibili in Italia non solo è possibile, ma è anche conveniente, se si ha la visione giusta. Non si tratta di sognare un futuro fatto di AI etica o di “internet verde”: si tratta di costruirlo ora, un rack alla volta, con trasparenza, investimenti intelligenti e soprattutto una visione pragmatica.

C’è un dettaglio, che per molti potrebbe sembrare secondario, ma che racconta molto: Seeweb non ha delocalizzato tutto in Irlanda o in Finlandia per inseguire i vantaggi fiscali o i climi più freschi. Ha deciso di investire nei territori italiani, rendendo digitale e sostenibile anche il Sud, anche le aree meno “glamour” dal punto di vista economico. Questo sì che è ESG con la E maiuscola: Environmental, certo, ma anche Empowerment.

E se in futuro ci sarà un “modello italiano” di data center, non sarà grazie alle conferenze ministeriali o ai fondi PNRR mal distribuiti. Sarà grazie a chi ha dimostrato sul campo che la sostenibilità non è una concessione etica, ma un vantaggio competitivo spietato. E Seeweb, da questo punto di vista, si sta muovendo in anticipo di almeno cinque anni rispetto alla media del settore nazionale.

Una volta, nel mondo del digitale italiano, bastava dire “funziona” per avere rispetto. Oggi serve anche dire “consuma poco, impatta il giusto, crea valore nel territorio”. E se c’è un operatore che sta alzando l’asticella su tutti questi fronti, è proprio Seeweb. Nessuna fanfara. Solo infrastruttura ben fatta, pensata per durare, progettata per restituire. Anche questo, nel 2025, è rivoluzione.