In un’intervista rilasciata recenteente a Le Monde, lo storico Guillaume Carnino, la ricercatrice Mathilde Velliet e il matematico Cédric Villani hanno discusso del ruolo delle scienze e dell’Europa nel nuovo ordine mondiale, in un contesto segnato dall’ascesa dell’Intelligenza Artificiale, dal ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e dalla crescente rivalità con la Cina. L’intervista, condotta da Laure Belot, David Larousserie e Hervé Morin, esplora le dinamiche geopolitiche e le implicazioni etiche e scientifiche di queste trasformazioni.

La nuova era dell’innovazione
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha segnato un momento cruciale per l’innovazione tecnologica. Trump ha annunciato un piano da 500 miliardi di dollari per investire nelle infrastrutture di AI, un chiaro segnale della volontà degli Stati Uniti di mantenere la supremazia tecnologica. La Cina, dal canto suo, ha risposto con DeepSeek, che ha superato le performance di ChatGPT, sviluppato da OpenAI. Questa competizione tecnologica non è solo una questione di prestigio, ma riflette una più ampia lotta geopolitica per il dominio scientifico e industriale.
La rivoluzione dell’AI e le sue implicazioni
L’AI sta trasformando settori chiave come la ricerca scientifica, l’industria e la difesa. Il premio Nobel per la chimica del 2024, assegnato a DeepMind per la sua capacità di predire la struttura delle proteine, è un esempio emblematico di come l’AI possa rivoluzionare la ricerca fondamentale. Tuttavia, questa trasformazione solleva interrogativi etici e politici. La concentrazione di potere nelle mani di pochi tycoon tecnologici, come Elon Musk, e la loro influenza sulle politiche governative rappresentano una minaccia per la democrazia e la trasparenza scientifica.
L’Europa tra Stati Uniti e Cina
L’Europa si trova in una posizione delicata, stretta tra la frenesia innovativa degli Stati Uniti e l’avanzata tecnologica della Cina. Mentre gli Stati Uniti e la Cina investono massicciamente in ricerca e sviluppo, l’Europa fatica a tenere il passo. La mancanza di una strategia comune e di investimenti adeguati rischia di marginalizzare il continente nel panorama scientifico globale. Tuttavia, l’Europa ha ancora le risorse e le competenze per giocare un ruolo di primo piano, se saprà coordinare i suoi sforzi e valorizzare il suo potenziale scientifico.
La collusione tra potere e scienza
La storia dimostra che la scienza e la tecnologia sono sempre state strettamente legate al potere politico ed economico. Dalla bomba atomica al complesso militare-industriale, la ricerca scientifica è stata spesso al servizio di interessi nazionali e industriali. Oggi, questa collusione è più evidente che mai, con i giganti della tecnologia che influenzano le politiche governative e dettano l’agenda dell’innovazione. La concentrazione di potere nelle mani di pochi attori privati rischia di soffocare la ricerca accademica e di limitare la libertà scientifica.
La Cina e il controllo della scienza
In Cina, il controllo del Partito Comunista sulla ricerca scientifica è diventato sempre più stringente. I ricercatori sono obbligati a seguire la linea del partito e le grandi aziende tecnologiche sono sottoposte a un rigido controllo statale. Questo modello, che sacrifica la libertà accademica in nome dell’efficienza e del progresso tecnologico, rappresenta una sfida per i valori democratici e per la cooperazione scientifica internazionale.
La sfida per l’Europa
L’Europa deve trovare una terza via tra il modello americano, dominato dai giganti della tecnologia, e quello cinese, caratterizzato da un forte controllo statale. Investire nella ricerca pubblica, promuovere la cooperazione scientifica e garantire la trasparenza e l’etica nella ricerca sono passi fondamentali per rafforzare la posizione dell’Europa nel panorama scientifico globale. L’Europa ha le competenze e le risorse per competere con Stati Uniti e Cina, ma deve agire con determinazione e coordinamento per sfruttare appieno il suo potenziale.
L’intervista a Guillaume Carnino, Mathilde Velliet e Cédric Villani offre una riflessione profonda sulle sfide e le opportunità che l’AI e le tensioni geopolitiche presentano per la scienza e l’innovazione. L’Europa, in particolare, si trova a un bivio cruciale: può scegliere di essere un attore passivo, schiacciato tra le superpotenze tecnologiche, o può riscoprire il suo ruolo di leader scientifico e tecnologico, promuovendo una visione etica e sostenibile del progresso. La scelta è nelle mani dei suoi cittadini e dei suoi governi.