L’intelligenza artificiale, nonostante il suo crescente potere nel fare previsioni su una vasta gamma di eventi, si è trovata in difficoltà mercoledì nel cercare di prevedere il risultato di un processo che, per sua natura, è notoriamente segreto e imprevedibile: l’elezione di un nuovo Papa da parte dei cardinali cattolici. La morte del Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, ha dato il via al periodo di lutto per la Chiesa cattolica e, al contempo, all’inizio della corsa per la sua successione. Un gioco di indovinelli in cui si sono cimentati non solo gli insider del Vaticano, ma anche bookmaker e analisti di tutto il mondo, cercando di svelare il mistero di chi potrebbe essere il prossimo Pontefice.

Il giornale francese Agence France-Presse ha deciso di coinvolgere quattro chatbot di intelligenza artificiale, tra cui il celebre ChatGPT di OpenAI e Grok, il sistema sviluppato da Elon Musk, per chiedere loro un parere su chi fossero i papabili più probabili. I risultati sono stati contrastanti, con alcune somiglianze che hanno però fatto emergere una curiosa verità: prevedere l’elezione di un Papa tramite AI è, nella maggior parte dei casi, un esercizio tanto ambizioso quanto fallimentare.
Grok e Gemini, il sistema AI di Google, hanno indicato il cardinale italiano Pietro Parolin come il principale contendente per il papato, basandosi sull’analisi dei dati correnti e le discussioni prominenti all’interno delle gerarchie ecclesiastiche. Parolin, che ricopre dal 2014 il ruolo di Segretario di Stato della Santa Sede, è visto come una figura influente e stabile, che ha svolto un ruolo di primo piano durante il pontificato di Francesco. Secondo Gemini, “sulla base delle attuali analisi e discussioni prominenti, il cardinale Pietro Parolin emerge come un candidato forte.”

D’altra parte, ChatGPT di OpenAI ha invece puntato il dito su un altro nome, quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, un uomo molto vicino a Papa Francesco per le sue posizioni in favore dei poveri, dei migranti e delle persone marginalizzate. Tagle, che rappresenta l’Asia nel contesto ecclesiastico, è visto come una figura di rinnovamento e continuità nel solco della linea pontificia del predecessore. La previsione di ChatGPT, però, viene chiaramente distanziata dalla consapevolezza che si tratta più di un’analisi basata su tendenze e influenze attuali, piuttosto che una vera e propria previsione. “Se dovessi fare una previsione basata sulle tendenze attuali, sull’influenza e sulla direzione che la Chiesa ha preso sotto Papa Francesco, il cardinale Luis Antonio Tagle emerge come il candidato più probabile”, ha dichiarato ChatGPT.
Ma in entrambi i casi, c’è una caratteristica comune che emerge: l’impossibilità di prevedere l’esito dell’elezione. Come sottolineato dal sistema Gemini, “è importante comprendere che, mentre l’AI può analizzare i dati e identificare i pattern, prevedere il prossimo Papa coinvolge fattori che vanno al di là dell’analisi dei dati.” Questi fattori includono le posizioni teologiche dei cardinali, la loro età, esperienza e, soprattutto, il velo di segretezza che avvolge l’intero processo elettivo. In pratica, l’elezione del Papa rimane un mistero che sfugge persino alla sofisticazione dell’intelligenza artificiale, poiché molti degli aspetti in gioco non sono misurabili in termini di semplici algoritmi o numeri.
Infatti, mentre alcune intelligenze artificiali come ChatGPT si sono azzardate a fare delle ipotesi, specificando che non si trattava di predizioni in senso stretto, la compagnia francese Mistral AI ha preferito non entrare nemmeno nel gioco delle ipotesi. “Non ho la capacità di prevedere o speculare su chi sarà il prossimo Papa”, ha affermato Mistral, raccomandando invece di “seguire fonti di notizie affidabili” per le informazioni più accurate e aggiornate. Un invito che, a ben vedere, fa riflettere sull’umiltà necessaria quando si affrontano fenomeni complessi come questo.
Il tentativo di prevedere l’elezione del Papa da parte dell’intelligenza artificiale si è dimostrato più un esercizio di analisi che una vera previsione. La Chiesa cattolica, con la sua struttura intrinsecamente complessa e segreta, rimane una delle istituzioni più difficili da comprendere, anche per le macchine più avanzate. Così, mentre l’AI può certamente contribuire a un’analisi più dettagliata dei dati, le scelte umane, le influenze politiche e le dinamiche interpersonali tra i cardinali restano fattori che sfuggono alla capacità predittiva della tecnologia.