Siamo a un passo dal momento in cui l’e-commerce smetterà di essere un’attività umana. Mastercard ha ufficializzato Agent Pay, una nuova suite di strumenti per abilitare le intelligenze artificiali – o, per i più visionari, gli “agenti autonomi” – a effettuare pagamenti al posto nostro. Non stiamo parlando di un’app che ti chiede il PIN. Parliamo di algoritmi che navigano, scelgono, confrontano, autorizzano e acquistano, senza che tu muova un dito. Benvenuto nel capitalismo delegato, dove anche lo shopping diventa outsourcing cognitivo.
Alla base c’è la tecnologia di tokenizzazione dei pagamenti, già nota in ecosistemi come Apple Pay: il numero della tua carta viene trasformato in un token anonimo, un identificatore che protegge i dati sensibili e neutralizza i rischi in caso di furto. Ma Mastercard aggiunge un layer più profondo: l’autorizzazione degli agenti. Ogni AI dovrà “dimostrare” di essere stata legittimamente incaricata dall’utente. E questo permesso viaggerà attraverso l’intera catena del valore, dai processori di pagamento fino agli esercenti. Un tentativo intelligente – e disperato – di mantenere il controllo in un futuro dove l’interfaccia utente sarà sempre meno visibile.
La vera notizia è che Mastercard non gioca da sola. Entra Microsoft, chiamata a co-sviluppare “use case scalabili per il commercio agentico” (tradotto: Azure + Copilot + Bing Search = eCommerce automatizzato). Sul fronte infrastruttura si uniscono Braintree (PayPal) e Checkout.com, oltre a una cordata di banche emittenti che dovranno adattarsi a un mondo in cui l’utente non è più l’attore principale della transazione, ma solo un’entità che dà deleghe a modelli linguistici.
Questo spiega perché i big del search – Google e Microsoft in primis – stiano riscrivendo le SERP in chiave transazionale, anticipando l’intento d’acquisto e servendolo su un piatto d’argento AI-driven. L’utente non clicca più, l’agente agisce. Le implicazioni sono spaventose e straordinarie allo stesso tempo: crollo del funnel di vendita classico, estinzione delle call to action, marginalizzazione del design UX. Il futuro è API-centrico, conversazionale e soprattutto autonomo.
Mastercard, da parte sua, si posiziona come l’enabler infrastrutturale di questo cambio di paradigma, tentando di portare nel nuovo mondo ciò che ha già dominato nel vecchio: la fiducia, la compliance e il controllo sulle frodi. E non è un dettaglio. Perché mentre il tuo agente AI potrà comprare scarpe, prenotare voli e negoziare piani tariffari, il rischio di transazioni non autorizzate o manipolate crescerà in parallelo. Ed è qui che Agent Pay si propone come l’equivalente digitale del garante notarile.
Ma non illudiamoci. Dietro l’innovazione c’è sempre la fame di controllo. Mastercard, Microsoft e soci non stanno solo facilitando l’esperienza utente. Stanno costruendo il terreno su cui si combatterà la prossima guerra dei dati, dove ogni acquisto sarà un segnale, ogni token un ID, ogni agente un potenziale intermediario fra te e il mercato. Una nuova forma di fidelizzazione algoritmica, camuffata da efficienza.
Ecco il link all’annuncio ufficiale di Mastercard per chi vuole leggere la versione senza il filtro cinico: Mastercard Newsroom – Agent Pay