Il 8 maggio 2025, il Senato degli Stati Uniti ha ospitato una delle udienze più significative dell’anno, con protagonisti i vertici di OpenAI, Microsoft, AMD e CoreWeave. L’obiettivo? Convincere i legislatori a adottare un approccio più “leggero” nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, evitando che norme troppo rigide possano ostacolare l’innovazione e compromettere la leadership tecnologica americana rispetto alla Cina.

Sam Altman ha partecipato a un’udienza presso la Commissione Commercio del Senato, dove ha testimoniato che imporre l’approvazione governativa prima del lancio di sistemi di intelligenza artificiale sarebbe “disastroso”.Alla domanda se l’autoregolamentazione fosse sufficiente, ha risposto: “Alcune politiche sono buone… [ma] è facile che vadano troppo oltre”.”Gli standard possono contribuire ad aumentare il tasso di innovazione, ma è importante che prima l’industria capisca quali dovrebbero essere”. VEDI notizia Washington Post

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha sottolineato l’importanza di un’IA guidata dai valori democratici, affermando che la posta in gioco è la supremazia tecnologica globale. Brad Smith di Microsoft ha evidenziato la necessità di investimenti infrastrutturali, mentre Lisa Su di AMD ha richiesto politiche governative coerenti per sostenere l’innovazione. Michael Intrator di CoreWeave ha messo in guardia contro le restrizioni all’esportazione di chip IA, che potrebbero favorire concorrenti come Huawei.

Il senatore Ted Cruz ha sostenuto un approccio regolatorio “soft”, criticando le misure restrittive proposte dall’amministrazione Biden. Ha annunciato l’intenzione di introdurre una legislazione per creare un “regulatory sandbox” per l’IA, ispirato alle politiche deregolamentate di Internet degli anni ’90.

Tuttavia, non tutti nel settore tecnologico condividono questa visione. Figure come Elon Musk e Bill Gates hanno espresso preoccupazioni sui rischi dell’IA, sottolineando la necessità di una supervisione governativa. Altri, come Garry Tan di Y Combinator, temono che regolamentazioni eccessive possano soffocare la concorrenza e favorire i giganti tecnologici già affermati.