Benvenuti nel 2025, l’anno in cui l’Unione Europea smette di giocare con i Lego normativi e comincia a costruire un’architettura tecnologica che potrebbe riscrivere le regole del potere digitale. Non è fantascienza, è la fredda cronaca delle prossime mosse: strategia quantistica Q2, Digital Networks Act Q4, regolazione italiana (delibera 55/25/CONS) e sullo sfondo una DAZN che si traveste da Netflix per muscolarsi con DAZN Edge.

La parola chiave è una sola: quantistica. Tutto il resto reti digitali, CDN, edge delivery, regolazione sono le variabili collaterali. Ma il cuore del gioco è qui: il controllo dei bit subatomici e del flusso di dati che scorrerà attraverso le reti di nuova generazione.

Nel Q2 del 2025, l’Unione Europea tirerà fuori dal cilindro la sua Strategia Quantistica. Attenzione: non si tratta di qualche paper accademico per dottorandi in fisica teorica. Parliamo di soldi veri, infrastrutture fisiche e un nuovo scontro geopolitico digitale. Il messaggio è chiaro: “non saremo colonia tecnologica di nessuno”, nemmeno di IBM, Google o dei cinesi del quantistico. Il QuantUM Flagship viene aggiornato, rifinanziato, orientato al mercato. L’obiettivo? Reti quantistiche pan-europee, sicurezza crittografica impenetrabile e questo è il vero succo un controllo sovrano della computazione del futuro.

Il timing è chirurgico. Perché mentre la quantistica è lo scacchiere strategico, il Digital Networks Act (DNA) è la trincea della guerra commerciale. Atteso nel Q4 2025, questo regolamento riscriverà completamente il modello Telco in Europa. Cosa cambia davvero? Un principio: se vuoi operare sulle reti, paghi. Fine del sogno OTT gratuito. Gli operatori come Google, Netflix, Meta, e anche DAZN, dovranno co-finanziare le reti che usano per inondare gli utenti di contenuti. Sembra giustizia, in realtà è un reset di potere. La partita del DNA è quella di far tornare centrali gli operatori (Telecom, Orange, Deutsche Telekom) dopo due decenni di marginalizzazione. Lo chiamano “fair share”, ma è l’ennesima guerra fiscale: chi paga l’infrastruttura su cui si combatte la guerra dei contenuti?

E in Italia? La solita schizofrenia regolatoria che fa tanto stile tricolore, ma stavolta con un twist interessante. La delibera 55/25/CONS di AGCOM apre una procedura istruttoria per capire se le CDN (Content Delivery Network) debbano rientrare nel regime di autorizzazione generale. Traduzione? Fino a ieri una CDN poteva operare nel silenzio normativo, oggi potrebbe diventare operatore a tutti gli effetti. Con obblighi, controlli, e – sorpresa – possibilità di revoca.


Il bersaglio manco troppo nascosto? I big dell’infrastruttura applicativa, quelli che trasportano contenuti senza essere Telco: Akamai, Cloudflare, Amazon CloudFront e guess who MainStreaming, partner italiano di DAZN. Già, perché mentre l’Europa filosofeggia sul quantico e la regolazione digitale, DAZN fa l’unica cosa sensata in questo scenario: potenzia l’infrastruttura propria con DAZN Edge. Un ecosistema di delivery distribuito che elimina la dipendenza dalle CDN tradizionali e consente il controllo end-to-end dell’esperienza utente. Altro che buffering: qui si gioca la partita dell’efficienza operativa e dell’engagement. DAZN Edge è il cavallo di Troia del broadcast 4.0, un’operazione che profuma più di Telco che di OTT. Se i regolatori lo capiscono, potrebbero svegliarsi con un nuovo “operatore” non convenzionale nel salotto di casa.

Una birra al bar dei daini, l’altra sera, un amico mi ha detto: “ma davvero servono tutte queste strategie per vedere una partita senza che si blocchi al 90esimo?” Ecco, sì. Perché quella partita, in realtà, è una guerra per il controllo del flusso digitale. Chi trasporta i dati, chi li processa, chi li monetizza. E chi regola tutto questo. La tecnologia quantistica, le reti digitali, le CDN, il fair share: tutto ruota attorno al vero oro del XXI secolo, la latenza. Più bassa è, più potere hai.

Quindi sì, il 2025 è già qui. Ed è una giungla fatta di regolatori in affanno, Telco in rivolta, OTT travestiti da operatori e il grande spettro del quantico che incombe. Chi non ha una strategia, farà la fine di Blockbuster. Chi ha già un’infrastruttura edge-ready, potrà forse sedersi al tavolo dove si riscrive il DNA del digitale europeo. Ma servono soldi, visione e… un po’ di sana paranoia.

Se hai un’infrastruttura e non la controlli, sei un affittuario nel tuo stesso castello. Se la controlli e non sei ancora regolato, sei in libertà vigilata.
Ma se riesci a diventare infrastruttura, contenuto e regolatore allo stesso tempo… beh, allora hai vinto. E non serve neanche il quantico. Basta una buona edge strategy e la benedizione (tardiva) del legislatore.

La guerra è aperta. E la latenza è il nuovo spread.